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19 marzo

19 Marzo 2025

Oggi, ma nel 2013, nella Città del Vaticano, in piazza San Pietro, nel giorno della festa del papà, in occasione della ricorrenza di San Giuseppe, Papa Francesco officiava la messa di avvio del suo pontificato, con l’imposizione del pallio, la consegna dell’anello piscatorio -in argento-, l’inizio del ministero petrino del vescovo di Roma Jorge Mario Bergoglio. Quest'ultimo, gesuita -il primo nella storia della Chiesa salito così in alto- argentino di Buenos Aires -altro primato, il primo latinoamericano nel ruolo di maggiore rilievo del mondo cattolico romano-, classe 1936, elevato al soglio pontificio il 13 marzo precedente, nominato vescovo ausiliario della propria città natia il 20 maggio 1992 dall’allora massimo esponente della cristianità Giovanni Paolo II, lo stesso che lo aveva creato cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino il 21 febbraio 1998.

La funzione liturgica (nella foto, particolare, il Santo padre durante l’omelia proprio in quell’iconico giorno), estremamente partecipata -200mila persone assiepate- e sentita -con presenti 130 delegazioni, 31 capi di Stato, 6 sovrani regnanti, 11 presidenti di governo, gli esponenti delle confessioni janista, buddista, sick, musulmana ed ebraica-, era entrata in vigore da Albino Luciani, in sostituzione del rito dell’incoronazione che era terminato con Paolo VI. L’occasione era particolarmente seguita per via dell’abdicazione del predecessore Joseph Ratzingher, avvenuta il 28 febbraio di quel 2013, dopo 7 anni e 215 giorni dall’insediamento come Benedetto XVI. Nel caso di Bergoglio l’intervento liturgico si concludeva con le significative parole: «Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di San Giuseppe, dei Santi Pietro e Paolo, di San Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen». Ma tra i temi ricorrenti nell’intervento, all'insegna della sobrietà e dell'innovazione, vi erano soprattutto la misericordia, la tenerezza di Dio, la necessità della tutela dei più bisognosi, l’attenzione costante verso la cura del Creato, il potere spirituale inteso sempre come servizio verso gli altri e non come autoreferenzialità.