19 settembre

18 Settembre 2021

Oggi, ma nel 1857, in Val di Zoldo, in provincia di Belluno, il naturalista irlandese John Ball conquistava la cima del monte Pelmo, a 3168 metri sul livello del mare, soprannominato, tra l’altro, Il trono di Dio. Per molto tempo verrà considerata la prima vetta delle Dolomiti ad essere stata scalata (nella foto, particolare del retro della cartolina commemorativa emessa, a Vodo di Cadore, il 19 settembre 2007, per onorare il 150° anniversario del cimento). Ball eseguiva l’impresa partendo da Borca di Cadore, passando per quella che diverrà la cengia di Ball, accompagnato dalla guida locale Giovanni Battista Giacin, detto Sgrinfa, che però non raggiungeva la sommità per lasciare il primato al suo cliente, come d’uso al tempo. Ball aveva scelto il Pelmo perché giudicato più affascinante e meno articolato da domare rispetto all’Antelao, di 3264 metri d’altezza, noto come Re delle Dolomiti.

L’Antelao, in realtà, sarebbe stato scalato interamente già nel 1850 dal cacciatore di San Vito di Cadore Matteo Ossi, ma il suo risultato per un lungo lasso di tempo non sarebbe stato ufficialmente considerato, prendendo in riferimento solo la seconda salita, quella del 1863, compiuta dallo stesso Ossi non in solitaria, ma come accompagnatore del grande alpinista austriaco Paul Grohmann, che nel 1875, grazie alle sue esplorazioni e ai suoi studi scientifici, riuscirà a dare alle stampe la importante cartina dettagliata delle Dolomiti.

Ball, di Dublino, classe 1818, che era solito trascorrere periodi nel Belpaese, anche per essere il vedovo di Elisa Parolini, figlia del botanico vicentino Alberto Parolini, morta a 37 anni, era preceduto dalla sua notorietà di politico prima ancora che di studioso di botanica e appassionato di alpinismo. Nel 1855, infatti, era stato nominato, grazie all’interessamento di Henry John Temple, terzo visconte di Palmerston, sottosegretario di Stato britannico per le colonie e aveva ricoperto il prestigioso incarico per due anni, appunto fino al 1857, prima di dimettersi e dedicarsi alle scarpinate tra le montagne tricolori. In quello stesso anno sir John Ball, considerato l’iniziatore del periodo storico delle ascensioni dolomitiche, verrà insignito della qualifica di primo presidente del blasonato Alpine club britannico, fondato, a Londra, il 22 dicembre di quel 1857, funzione che manterrà fino al 1860.

Nelle annotazioni sul suo dettagliato diario di viaggio, che poi confluiranno nella sezione A guide to the eastern Alps, nel volume The alpine guide, che verrà pubblicato dall’editore londinese Longmans, nel 1868, Ball descriveva così le Dolomiti e il monte Pelmo: "In nessun'altra parte delle Alpi si innalzano così bruscamente cime altissime e con così poca apparenza di connessione tra di loro. In nessun'altra parte vi sono contrasti così marcati offerti dalla differenza di struttura geologica come quelli che qui colpiscono il viaggiatore". La fondazione bellunese Giovanni Angelini, centro studi sulla montagna, conserverà, nella sezione museale, sia una delle copie originali del saggio di Ball, che verrà anche ristampato nella ricorrenza del 2007 a cura della stessa fondazione, che la piccozza e il bastone utilizzati dall’irlandese per centrare la sua prima scalata al Pelmo.