2 AGOSTO
Oggi, ma nel 1959, a Berlino, sul circuito di Avus, acronimo di Automobil-Verkehrs-und Ubungsstrasse, il pilota britannico Anthony “Tony” Brooks, di 27 anni, vinceva l’edizione numero 21 del Gran premio di Germania, dopo aver coperto i 60 giri, da 8,3 chilometri ciascuno, pari a 498 totali, sulla rossa di Maranello 246 F1, della scuderia del cavallino rampante, in 2 ore 5 minuti e 9 secondi.
Brooks, originario di Dukinfield, verrà considerato, insieme al connazionale Stirling Moss, tra i migliori assi del volante non in grado di aggiudicarsi un titolo iridato, nonostante le abilità ed i trionfi. Nel dettaglio, Brooks, che aveva esordito il 14 luglio 1956 nella massima categoria automobilistica a quattro ruote, invece di dedicarsi appieno al mestiere di dentista, seguendo l’orma paterna, prenderà parte a 39 gran premi e primeggerà in 6, salendo sul podio 10 volte.
Prima di approdare alla Ferrari aveva guidato in gara le vetture Uk Brm-British racing motors, nel 1956, e Vanwall, nel ’57 e ’58. Con le vetture di Tony Vandervell tornerà a competere nel 1960 ed in quell’anno guiderà anche per la Cooper. Poi nel 1961 correrà nuovamente per la Brm. Soprattutto il Gp dell’Avus del ’59 era caratterizzato dalla storica tripletta delle macchine del “Drake” (nella foto, particolare, Brooks, Gurney, Hill, accodati verso il traguardo davanti alla folla attonita), con tanto di risalto internazionale. In seconda piazza, infatti, chiudeva lo statunitense Daniel “Dan” Gurney, e al terzo posto l’americano Phil Hill, anche loro su 246 F1.