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20 ottobre

Oggi, ma nel 1827, a Navarino, nel Peloponneso, in Grecia, nello scontro navale, che rimarrà nella storia per essere stato l’ultimo tra le sole imbarcazioni a vela, si registrava la vittoria dell’alleanza tra inglesi, francesi e russi contro l’impero ottomano che era coadiuvato dalla flotta egiziana. Tra i trionfatori si conteranno 181 vittime e 480 feriti a fronte di 4109 nella formazione avversari. Da un lato si fronteggiavano Edward Codrignton, Harry De Rigny e Lodewijk van Heiden contro Hibrahim Pashà.

La sfida navale rientrava nel quadro della guerra d’indipendenza greca, confronto via mare (nella foto, particolare, il dipinto intitolato “La battaglia di Navarino”, di Ambroise Louis Garneray, olio su tela, del 1830, di 179x278 centimetri, custodito nel Museo di storia di Francia di Versailles) di notevole importanza, andato avanti dal 22 febbraio 1821 e le cui ostilità termineranno il 12 settembre 1829 con gli insorti che avranno la meglio sulla forza di repressione della Sublime porta. Quello scenario verrà ritenuto embrione del movimento patriottico e precursore del Risorgimento europeo.

Il Belpaese contribuirà attraverso il sacrificio di alcuni suoi figli votati al sostegno della causa indipendentista ellenica. Tra loro: Santorre Di Santarosa, caduto a Sfacteria, l’8 maggio 1825, Giuseppe Rosaroll, fatto fuori a Nauplia il 2 dicembre 1825, Giuseppe Tosi e Carlo Serassi, novaresi, di 16 e 18 anni, sacrificatisi già il 23 aprile 1819 ad Atene.

Ma da menzionare vi era anche il contributo di Giuseppe Pecchio e Giacinto Provana, di Collegno. E, infine, il filo-ellenico Ugo Foscolo che, oltremodo, era nato a Zante. Il tema ultimo verrà ampiamente affrontato nel volume collettaneo intitolato “Il contributo italiano alla rivoluzione greca”, del 2021, che sarà pubblicato grazie all’Ambasciata d’Italia in Atene ed all’Istituto di cultura italiana in Atene.