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20 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1925, a Napoli, veniva inaugurata, alla presenza delle autorità fasciste, locali e nazionali, il ministro dei Lavori pubblici del regno, con delega anche ai Trasporti, Giovanni Giuriati, e del commissario regio Efisio Baccaredda, avente funzione di primo cittadino, la prima tratta della “Metropolitana Fs”, tra le stazioni di Pozzuoli Solfatara, Napoli Campi Flegrei e Napoli Piazza Garibaldi.

Era l’avvio del servizio pubblico della linea urbana delle Ferrovie dello Stato che di fatto costituiva anche il primo servizio di passante ferroviario di penetrazione urbana sotterranea, perlopiù in galleria, del Belpaese. Per molti sarà la prima metropolitana d’Italia. Diverrà la linea 2 della rete metropolitana partenopea, dal 1997. Due anni dopo, nel 1927, i binari verranno prolungati fino allo scalo Napoli Gianturco. Inizialmente i passeggeri erano trasportati mediante elettromotrici E.20, alimentate a terza rotaia, a corrente continua, costruite dalle Officine meccaniche “OM”, di Milano, e dalla General Electrics, per la parte non strettamente meccanica, con scartamento di 1435 millimetri e velocità massima omologata di 85 chilometri all’ora.

L’opera (nella foto, particolare, la cerimonia del taglio del nastro) era stata fortemente voluta dal regime mussoliniano che aveva posto particolare attenzione non solo all’aspetto meramente pratico, per una città in perenne fermento come il capoluogo campano, ma anche riguardo per l’estetica degli scali: non a caso sarà considerata tra le strutture per treni a percorso cittadino più belle d’Europa.

Nell’operazione avviata in quel 1925, rientrerà anche il passaggio per: Napoli Mergellina, Napoli Piazza Amedeo, in corrispondenza con la funicolare di Chiaia, Napoli Montesanto, in concomitanza con l’impianto di trasporto a fune di Montesanto e Napoli Piazza Cavour. Tutta la vicenda verrà raccontata nelle 92 pagine del volume scritto da Salvatore Manna, intitolato “Il primo metrò. Napoli 20 settembre 1925”, che sarà pubblicato dall’editore Tullio Pironti, di Napoli, nel 2006.