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22 GIUGNO

Oggi, ma nel 2003, a Roma, nell’ospedale di Santo Spirito, si spegneva la voce di Guglielmo Chianese, meglio noto come Sergio Bruni, di 82 anni, ritenuta simbolo del ‘900 napoletano. Autore prolifico, tra l’altro, di grandi classici del repertorio partenopeo, tra tutti "Carmela", brano datato 1976, frutto della collaborazione con il poeta napoletano Salvatore Palomba. Originario di Villaricca, aveva preso parte a 12 edizioni del Festival della canzone napoletana, a cominciare dal 1952. Lo aveva vinto nel 1962, con “Mare chiaro Mare chiaro”, dopo essersi esibito con “Gloria Christian” ovvero con la bolognese Gloria Prestieri.

Poi nel 1966, con “Bella”, abbinato a “Robertino”, il romano Roberto Loreti.  Aveva fatto la sua apparizione anche nel Festival di Sanremo, nel 1960, con “Il mare” e con “E’ mezzanotte”. Bruni aveva iniziato da studente di musica a 9 anni e ad 11 suonava il clarinetto nella banda della cittadina natale. Aveva esordito ufficialmente il 14 maggio 1944, al Teatro Reale del capoluogo campano. Il 21 ottobre 1945 si era aggiudicato, il concorso della Rai per voci nuove piazzandosi primo, al Teatro napoletano delle Palme, con 298 voti rispetto ai 43 del secondo classificato.

Da allora, con impegno, dedizione ed un po' di fortuna era diventato un’icona (nella foto, particolare, Marisa Laurito, con alle spalle una foto di repertorio di Bruni, nella trasmissione “Serata d’onore”, su Rai 1, dal Teatro Trianon di Napoli, trasmessa l’1 gennaio 2022). Nella sublime pellicola “Operazione San Gennaro”, del 1966, per la regia di Dino Risi, con Totò, Nino Manfredi e Senta Berger, il furto del tesoro del patrono avveniva proprio durante l’esibizione di Bruni, al Festival della canzone napoletana ’66, benché una delle armonie inserite sia “Ce vuò tiempo”, di Peppino di Capri.