TODAY
26 AGOSTO
Oggi, ma nel 1944, a Vignale di Novara, i componenti della squadra fascista repubblichina guidata da Vincenzo Martino, uccidevano a colpi di mitraglia, 13 partigiani come rappresaglia dell’esplosione, del 24 agosto precedente, del passante ferroviario e del ponte sopra il canale Cavour, attacco dinamitardo che, tuttavia, non aveva prodotto morti.
Le vittime erano: Angelo Saini, Antonio Denti, Fausto Gatti, Igino Mancini, Secondo Passera, Erminio Sara, Pietro Molinari, Giuseppe Schiorlini, Renato Crestanini, Pasquale Diotti, Orione Spartaco Berto. Avevano tutti un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Erano stati tratti in prigionia. Dopo la mattanza (nella foto, particolare, la lapide commemorativa) i corpi senza vita verranno ricomposti da Rina Musso e Piero Fornara.
L’episodio dei 13 martiri caduti nella lotta di liberazione nazionale dal nazifascismo rimarrà uno degli episodi più significativi della resistenza nel novarese. Il quartiere Vignale era passato alla storia per l’armistizio firmato, il 24 marzo 1849, tra il neo re di Sardegna Vittorio Emanuele II ed il feldmaresciallo austriaco Josef Radetzky.
In quel contesto il sovrano sabaudo ed il plenipotenziario asburgico si erano accordati il giorno successivo la battaglia della Bicocca, che aveva visto soccombere pesantemente (la «fatal Novara», scriverà Giosuè Carducci nella poesia “Miramar”, nella raccolta “Odi barbare”, del 1877) i piemontesi, con l’abdicazione di re Carlo Alberto e la fine, di fatto, della prima guerra d’indipendenza.