TODAY
27 febbraio
Oggi, ma nel 1911, da Venezia, salpava il rimorchiatore d’alto mare Ciclope, della regia Marina militare italiana, comandato dal tenente di vascello Antonio Candeo, per iniziare la prima campagna talassografica in Adriatico. Ovvero il campionamento, per fini di studio, delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche dell'Amarissimo, come lo soprannominerà il poeta soldato Gabriele d'Annunzio durante la prima guerra mondiale.
L'ispezione avveniva lungo la costa dalmata, quella albanese e la italiana. Facendo sosta a Corfù, ad Ulcinj, a Bar, a Valona, ad Otranto, a Porto San Giorgio ed infine ad Ancona, dove il viaggio terminerà l’8 giugno successivo. I risultati verranno pubblicati dal comandante Luigi Marini, alle pagine 523-530 della Rivista marittima, numero 4, del 1911, col titolo "Le ricerche talassografiche italo-austriache nell'Adriatico". E dallo stesso comandante Candeo, alle pagine 252-265 della medesima pubblicazione, ma numero 2,dello stesso 1911, sotto la dicitura "Le crociere talassografiche della regia nave Ciclope".
Era il passo iniziale del più articolato piano di analisi delle condizioni fisiche dell'Adriatico. Piano, di estrema rilevanza scientifica, che durerà fino al 1914, e che verrà portato avanti da una commissione internazionale italo-austriaca, mediante crociere, da effettuarsi nelle quattro stagioni, non solo della già menzionata nave Ciclope (nella foto), ma anche dell'unità asburgica Najade, avente simile funzione a quella battente bandiera tricolore. Piano che si articolerà lungo otto trasversali, con stazioni di cinque in cinque miglia. Verranno pazientemente raccolte le misure di temperatura, di salsedine, di ossigeno disciolto a varia profondità, e verranno compiute anche le osservazioni meteorologiche. I dati verranno poi ulteriormente pubblicati su bollettini, sia in italiano che in tedesco. Ma per lo scoppio della grande guerra, che vedrà fronteggiarsi proprio l'Italia sabauda e la duplice monarchia dell'imperatore Francesco Giuseppe, non vi sarà una discussione completa dei risultati. Questo penalizzerà la diffusione del patrimonio di informazioni messe insieme. A grandi linee riveleranno regolarità nella distribuzione degli elementi fisici. La salsedine, ad esempio, ad eccezione che nel golfo veneziano, particolarmente davanti al delta del Po, lungo le coste albanesi e lungo tutta la costa italiana, dove l'afflusso delle acque fluviali e la loro deriva per effetto di corrente mantenevano una zona d'acqua più dolce, si attestava sui 38,5‰, ovvero trentotto grammi di sali disciolti per chilogrammo d'acqua.
Alla base del percorso d'ispezione profonda del mare Adriatico c'era stata l'istituzione, avvenuta il 13 luglio 1910, da parte sempre della regia Marina militare italiana, del Comitato talassografico italiano. Quest'ultimo aveva funzioni esecutive per lo studio fisico-chimico e biologico dei mari del Belpaese. Esame che, stando alle premesse istitutive, sarebbe dovuto essere condotto prevalentemente in rapporto all'industria della navigazione e della pesca, ma tenendo anche conto dell’esplorazione dell’alta atmosfera nei riguardi della navigazione aerea.
Il Comitato, con sede nell'Istituto idrografico, a Genova, era nato quale ente morale autonomo ed era stato, fin dall'inizio, posto sotto la presidenza del ministro della Marina, retto dall'ammiraglio Pasquale Leonardi Cattolica, nel secondo governo presieduto da Luigi Luzzatti, della Destra storica. Per far fronte alla sua attività operatività era stata stanziata la cifra di 60mila lire annue. Fin dalla fase d'avvio erano state pianificate, per il 1911, 4 crociere in Adriatico: nei mesi di febbraio, maggio, agosto e novembre. Ciascuna della durata di tre settimane, necessarie per effettuare le osservazioni ritenute imprescindibili.