3 febbraio

2 Febbraio 2022

Oggi, ma nel 1963, a Roma, veniva promulgata la legge numero 69 del 3 febbraio 1963, detta legge Gonella, che istituiva l’Ordine dei giornalisti e disciplinava la professione giornalistica. Primo presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti sarà proprio Guido Gonella, di Verona, del 1905, deputato democristiano eletto nel collegio veronese della circoscrizione Veneto, già ministro di Grazia e giustizia e precedentemente alla guida del dicastero della Pubblica istruzione, ex segretario nazionale della Balena bianca.

Gonella (nella foto, particolare, il 24 aprile 1968, ricevuto al Colle dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, insieme agli altri componenti del primo Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, nell'immagine dell'archivio storico del Quirinale) rimarrà in carica fino al 1971, quando il suo posto verrà occupato da Virgilio Lilli, tra l’altro già autorevole firma del Corriere della Sera di Milano e della Stampa di Torino. A seguire l’Ordine nazionale dei giornalisti avrà anche un abruzzese alla guida, sarà Nicola Marini, di Avezzano, classe 1951, proveniente dalla carriera Rai. Marini sarà al vertice dal 20 aprile al 24 ottobre 2017, nel delicato ruolo di transizione tra le presidenze di Vincenzo “Enzo” Iacopino e di Carlo Verna.

Con la legge Gonella avveniva la conferma dell’albo dei giornalisti, già esistente dal 1925, come “Albo generale dei giornalisti professionisti”. In quel tempo ad animare la struttura organizzativa del giornalismo del Belpaese era stato un altro abruzzese, Ermanno Amicucci, di Tagliacozzo, del 1890, direttore del quotidiano torinese Gazzetta del Popolo. Dal febbraio 1927 Amicucci aveva svolto anche l'impegnativo compito di segretario nazionale del Sindacato fascista dei giornalisti, erede della Federazione nazionale della stampa, sorta a Bologna nel 1908 sotto la presidenza di Salvatore Barzilai. Sempre Amicucci, nel 1929, con Paolo Orano, era stato il promotore della prima scuola di giornalismo tricolore, con sede nella Capitale.

L’albo dei giornalisti, come previsto dalla legge Gonella del 1963, veniva tenuto dai Consigli regionali ed era suddiviso in tre elenchi: professionisti, pubblicisti, speciale. Ripartizione studiata a seconda del tipo di esercizio del “mestiere”. La principale differenza tra professionisti e pubblicisti risiedeva nella esclusività o meno del lavoro giornalistico e nella modalità di accesso allo status. Per i professionisti, infatti, veniva considerato il praticantato giornalistico e l’esame di Stato. All’articolo 2 della legge 69 del ’63 venivano sanciti, tra l'altro, anche i diritti alla libertà d’informazione e di critica dei cronisti, come pure era menzionato il dovere di rettifica, da effettuare in caso di notizie inesatte riportate sui mezzi d’informazione. Veniva anche posta la spinosa prerogativa del segreto professionale, sia da parte dei giornalisti che degli editori, verso le fonti. La legge Gonella verrà aggiornata con la legge numero 198 del 26 ottobre 2016 e poi col decreto legislativo numero 67 del 15 maggio 2017.