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4 marzo
Oggi, ma nel 1436, a Firenze, Papa Eugenio IV consacrava la cupola della basilica di Santa Maria del fiore, realizzata dallo scultore ed architetto Filippo Brunelleschi (nella foto, particolare del disegno prospettico con spaccato). Nell'occasione, particolarmente simbolica, dell'elevazione del duomo, che era al tempo considerata la più grande chiesa del mondo, veniva eseguito il Nuper Rosarum flores, mottetto isoritmico composto dal franco-fiammingo Guillaume Dufay, figura centrale della scuola di Borgogna, la cui opera aveva dato avvio al rinascimento musicale.
Quest'ultimo era stato riconfermato nel ruolo di cantore papale, che aveva rivestito già con Papa Martino V, all'arrivo del pontefice veneziano Gabriele Condulmer, sul soglio di Pietro dall'11 marzo 1431, dopo la morte del predecessore, avvenuta il 20 febbraio precedente.
Il testo del mottetto, che verrà considerato un componimento soave di elevatissimo livello, tradotto dal latino, era questo: "Recentemente fiori di rose, come dono del pontefice, - nonostante il terribile inverno - hanno ornato questo tempio di eccezionale costruzione dedicato devotamente e solennemente a te, vergine del cielo. / Oggi il vicario di Gesù Cristo e il successore di Pietro, Eugenio, si è degnato di consacrare questo grandissimo tempio con le sue sante mani e con i sacri oli. / Ora, benevola madre e figlia di tuo figlio, vergine e decoro di tutte le vergini, il tuo devoto popolo di Firenze prega che chiunque abbia richiesto qualcosa con una mente e un corpo sani. / Sia degno di ottenere con la tua preghiera e per i meriti di tuo figlio nella sua sofferenza carnale i graditi doni del Signore e il perdono dei peccati. Amen". Il cosiddetto cantus firmus utilizzato nel mottetto, Terribilis est locus iste, cantato dai due tenori, a distanza di una quinta l'uno dall'altro, a sottolineare, nella traduzione, "Questo luogo incute rispetto", era ripreso dal repertorio gregoriano caro all'autore ed era proprio il testo dell'introito abitualmente eseguito nel rito di dedicazione di una chiesa. Il 24 marzo 1436, sempre da parte di Eugenio IV, seguirà la consacrazione di Santa Maria del fiore. Il 6 luglio 1439, proprio nella stessa sede, sempre nella città gigliata, con la bolla "Laetentur Coeli", il 6 luglio, Papa Eugenio IV sancirà l'unione della Chiesa cattolica, condotta dal cardinale Giovanni Cesarini, e quella ortodossa, retta dal patriarca Giuseppe II di Costantinopoli. Il concilio di Firenze, spostato da Ferrara, dove era iniziato, per volere di Cosimo de' Medici "il vecchio", servirà per tentare di ricomporre lo scisma d'oriente del 16 luglio 1054.