4 settembre

3 Settembre 2021

Oggi, ma nel 1975, a Padova, in via delle Ceramiche, nella zona di Ponte di Brenta, durante un controllo, Carlo Picchiura, detto “Picchi”, di Brescia, di 25 anni, ufficialmente studente universitario fermo al terzo anno di filosofia, nell’ateneo padovano, in realtà aderente all'ala più intransigente delle Brigate rosse ed entrato in clandestinità, uccideva, con 5 colpi di pistola Beretta calibro 7,65, l'appuntato di polizia Antonio Niedda, di 44 anni.

L'assassino era a bordo di una Fiat 128 bianca insieme a Piero Despali, di Zara, di 22, iscritto al secondo anno della facoltà di medicina. La vittima era in pattugliamento anti rapina, per conto del IV compartimento per il Veneto della Polstrada, insieme al vice brigadiere Armando Dalla Pozza, con funzione di capo pattuglia. Quest’ultimo durante la sparatoria riusciva a mettersi in salvo dietro il furgone Fiat 238 di servizio e poi ad arrestare i due terroristi. I malviventi verranno ritenuti inizialmente essere due esponenti dei Nuclei armati proletari. Picchiurra era a Padova per fondare una colonna Br di zona. Nel conflitto a fuoco rimanevano feriti anche due passanti: Lodino Mazzari, di 76 anni, che veniva centrato da un proiettile alla mandibola; Maria Marchi, di 63, rimediava un foro nel polpaccio destro. Padova in quel periodo era tristemente balzata agli onori della cronaca nera come una delle città molto segnata dal terrorismo tricolore, anche per la presenza dell’ideologo rosso Toni Negri, nato a Padova nel 1933, professore di filosofia politica nella facoltà di scienze politiche cittadina.

Niedda, originario di Bonorva, in provincia di Sassari, classe 1931, era entrato in polizia nel 1955, era stato una giovane promessa del gruppo sportivo delle Fiamme oro come mezzofondista, prima di essere assegnato alla polizia stradale padovana, di stanza nella caserma intitolata alla memoria del vicebrigadiere di polizia Giuseppe Milliava, aveva prestato servizio a Vicenza, a Piacenza e a Roma. Nel 1963 si era sposato con Angelica, originaria di Schio, in quel di Vicenza, e aveva due figli, Massimo, di 11 anni, e Salvatore, di 8, che presteranno servizio in Polizia, seguendo le orme del padre. Nel luogo dell’agguato mortale l’amministrazione municipale padovana apporrà la targa commemorativa. Il 12 maggio 2004 Niedda verrà insignito della medaglia d'oro al valor civile alla memoria. Il 2 giugno 1977 Picchiurra verrà condannato a 26 anni di carcere.

Morirà il 26 agosto 2013, a Bologna, nell’ospedale Bellaria, di sclerosi laterale amiotrofica. Piero Despali, col fratello maggiore Giacomo (insieme nella foto nel particolare della copertina), del 1953, anche lui nato a Zara, racconterà la movimentata vicenda dei collettivi politici veneti di quel periodo nel saggio “Gli autonomi”, volume VI, che verrà pubblicato dalla casa editrice romana Derive e Approdi, nel 2019. Il più grande dei due Despali sconterà 6 anni e 6 mesi di cella, il minore, condannato a 5 anni e 5 mesi per la partecipazione al delitto Niedda, sarà latitante per un lungo periodo.