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8 GIUGNO

Oggi, ma nel 1976, a Genova,  in salita Santa Brigida, il gruppo di fuoco delle Brigate rosse, che rimarrà con identità non accertata, uccideva il magistrato Francesco Coco, di 68 anni, procuratore generale della Corte d’appello cittadina, il brigadiere del Corpo delle Guardie di pubblica sicurezza, Giovanni Saponara, di 42, e l’appuntato dei carabinieri Antioco Deiana, di 40, entrambi componenti della scorta. In particolare, Deiana, era a bordo della Fiat 132 di servizio e veniva freddato in seconda battuta rispetto a Saponara e Coco che camminavano uno accanto all’altro, a ridosso dell’abitazione del giudice.

Per il triplice omicidio (nella foto, particolare, la scena del crimine con i cadaveri di Coco, a sinistra e di Saponara, a destra) veniva usata soprattutto una mitraglietta VZ61 “Scorpion”, calibro 765, di fabbricazione cecoslovacca. Patrizio Peci, ex capo della colonna torinese brigatista, sosterrà che i presunti esecutori materiali ed organizzatori sarebbero stati Mario Moretti, Rocco Micaletto, Lauro Azzolini, Franco Bonisoli e Riccardo Dura. Ma la testimonianza, basata su verosimili rivelazioni di Raffaele Fiore, altro esponente Br di peso, non troverà riscontri.

Sia Saponara, di Salandra, in quel di Matera, che Deiana, di Ardauli, in quel di Oristano, verranno insigniti della medaglia d’oro al valor civile, alla memoria, per il loro estremo sacrificio. Coco, originario di Terralba, in provincia di Oristano, in Sardegna, primo magistrato fatto fuori dalle Br, aveva rifiutato la trattativa con l’organizzazione terroristica di estrema sinistra con la stella a cinque punte, nella vicenda del collega Mario Sossi, pubblico ministero nel processo contro il gruppo “XXII ottobre”, sequestrato dai brigatisti, nella città della lanterna, il 18 aprile 1974, a 42 anni, e liberato il 23 maggio di quel ’74, a Milano.