L'isolamento forzato, tra odio e sospetto
Sta diventando sempre più complicato, vero? Ci eravamo illusi che sarebbe stato facile. Ci siamo allontanati l’uno dall’altro senza pensarci troppo, ci siamo rintanati in casa in compagnia dei nostri telefonini, dei nostri abbonamenti ai giornali online, con le playlist di Spotify, le maratone su Netflix, i tutorial di ginnastica e cucina. Tutto ok.
Solo che non lo è. Lo vedi al supermercato, quando una volta alla settimana ti metti in fila e nonostante ci siano almeno due metri di distanza tra te e quello davanti, lui ti guarda con sospetto, intimandoti senza parole di non avvicinarti di un solo passo. Lo vedi, quando incroci qualcuno sul marciapiede e ognuno fa il giro largo, larghissimo, molto oltre il metro di ordinanza.
La paura si diffonde più veloce del virus e cambia le nostre abitudini. Sicuramente per un bel po’ di tempo, forse per sempre.
Come cambia facilmente la prospettiva con cui vediamo il mondo. Chi se l’immaginava che sarebbe bastato un mese per mandare alle ortiche il mondo globale, per renderci tutti individui staccati in una società microcosmo! Prima ci faceva paura chi girava con il viso coperto, ora la vista di un volto senza mascherina fa venire voglia di scappare. Quando va bene: qualcuno, caricato a molla dai giorni di morbida ma costante prigionia, dà libero sfogo anche agli insulti.
Odio distillato per chi corre solitario nel cortile condominiale, odio per chi va a lavorare, odio per chi può uscire, qualunque sia il motivo, anche se è per andare a salvare qualche vita. Perché prima si odia e poi magari si chiede all’altro dove va. C’è sempre un nemico, un perfetto capro espiatorio, perfetto per scacciare dalla mente il pensiero che è la natura, a volte, a fare la matrigna e ricordarci che, purtroppo, restiamo mortali, nonostante le nostre illusioni di eterna giovinezza, tutti ragazzi finché si può.
La paura fa calcoli poco razionali, si nutre di false notizie. Quelle di cui andiamo a caccia spasmodicamente, per dare credito e spazio ai nostri più terribili sospetti o per nutrire le nostre più folli speranze. Il virus è nato in laboratorio. Il virus è nato da un complotto fantapolitico. Il vaccino esiste, ma non ce lo vogliono dare. Basta prendere la vitamina C e ci si protegge da ogni male.
La paura, giorno dopo giorno, immette nel nostro sistema immunitario una bruttura che non sarà facile scacciare, neanche quando tutto sarà finito. Continueremo a stare un po’ distaccati, non si sa mai. Se non è un coronavirus, potrebbe essere un batterio, germi, un virus normale, senza corona. Torneremo a respirare, certo, ma non troppo vicini, per carità.