TURNO DI NOTTE
Quel gol di Dybala e la fiducia scomparsa
A volte basta un gol per farci riflettere sul mondo. Non un gol qualunque, ma una rete come quella che ha messo a segno, martedì sera a Torino, il calciatore della Juventus, Paulo Dybala, contro l’Atletico Madrid. Una punizione calciata quasi dalla linea di fondo con cui il giocatore argentino è riuscito a infilare il pallone in porta grazie a una parabola impossibile. Gol alla Mortensen, così lo chiamavano i nostri padri che avevano sofferto per una rete simile realizzata da un calciatore inglese contro la Nazionale, in una partita del 1948 proprio a Torino.
Ma perché un gol come quello del numero 10 della Juve dovrebbe farci riflettere su cose più serie di una partita di pallone? La ragione l’ha spiegata, involontariamente, lo stesso Dybala quando ha detto: «Mi sento molto in fiducia e quindi ogni tanto provo la giocata più audace». È la fiducia che sente intorno a sé, insomma, il motore di quella invenzione, di quel rischio. È la fiducia che, da anni, non sentiamo più intorno alle nostre vite in questo interminabile autunno dell’Italia. La sua assenza ci frena e ci sconsiglia l’azzardo di giocate straordinarie, capaci di rimettere in moto il Paese. Come un famoso verso di Montale, il gol di Dybala ci parla di «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». Quel gol è forse una lezione da imparare a memoria, come in una moviola mentale.
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