Se il calcio pratico esalta il ritmo Juve
C’è tanto nel pareggio conquistato dal Chievo al San Paolo di Napoli. È un punto ricco di significati sia per i clivensi che per i partenopei. È un risultato che, indirettamente, rimarca il dominio della Juventus che ora ha aumentato il vantaggio sulla seconda, il Napoli per l’appunto, a otto punti dopo la 13ª giornata. I bianconeri sono un rullo compressore, hanno impresso al campionato un ritmo da record; le altre sono “umane” e, di tanto in tanto, hanno dei passaggi a vuoto che sono fisiologici. L’Inter l’aveva accusato prima della sosta a Bergamo, il Napoli ieri in casa contro l’ultima della classe, quel Chievo abbandonato dall’ex ct Ventura e finito nelle mani di Di Carlo, più abituato a lottare per la salvezza. Partenopei a quota 28 in classifica, Chievo a 0 (dopo aver annullato la penalizzazione di tre punti), eppure è finita senza reti. Tanti punti di differenza in classifica, ma i gialloblù hanno ottenuto quello che volevano, un risultato positivo, mentre gli azzurri perdono altri colpi nella corsa scudetto. Il Chievo di Ventura era un colabrodo, tanto che il tecnico se n’è andato: la stessa squadra ha imposto lo stop a un Napoli che si è specchiato troppo nei tanti elogi ricevuti nelle ultime settimane. La Juventus, da qui alla fine del girone d’andata, ha altri sei esami, piuttosto probanti. Se li supererà con questa velocità di crociera, davvero da febbraio in poi si potrà dedicare alla Champions senza l’assillo della serie A. È la domenica del calcio pratico ed efficace. E così il pescarese D’Aversa si frega le mani con il suo Parma che continua a scalare la classifica e si toglie la soddisfazione di battere e sorpassare in graduatoria il Sassuolo del tanto celebrato De Zerbi. Tornano a galla i valori della serie A nell’Empoli che con Beppe Iachini in panchina ha conquistato sei punti in due gare. Prima, con Andreazzoli, era bello a vedersi ma non macinava punti, adesso è terribilmente efficace. È inverno: servono i punti, non c’è più spazio per i complimenti che arricchiscono l’ego, ma non la classifica.