PALLA AL CENTRO
Serie A, fuori dai confini la fragilità
Negli ultimi anni solo delusioni per le italiane in Europa, con una capolista già virtualmente eliminata
Nona vittoria consecutiva. Il Napoli e la Juventus stanno disputando un campionato a parte, a folle velocità. A suon di successi. Questa volta senza bollicine, con un 1-0 dallo spessore diverso: più pesante quello della Juve in casa del Torino, di routine quello del Napoli al San Paolo contro la Spal. Un altro campionato è quello che mette in palio gli altri due posti Champions in cui ci sono in lizza Roma, Inter e Lazio con la possibilità che nella lotta si inserisca un’altra squadra. E poi la lotta salvezza in cui c’è da registrare il terzo successo stagionale del fanalino di coda Benevento. L’interesse non manca per l’unico campionato in Europa che non ha un vincitore designato. Detto ciò, va rimarcato un dato di fatto: fuori dai confini le squadre italiane fanno fatica. In attesa della Roma, impegnata mercoledì in Champions, la pattuglia tricolore ha fatto registrare appena una vittoria (quella del Milan in Bulgaria) la scorsa settimana. C’è il rischio che venga ridimensionata. E questo la dice lunga sulla competitività del nostro calcio. In linea con la Nazionale che non è riuscita a qualificarsi per i Mondiali di Russia 2018. E con una federazione commissariata. A parte le finali di Champions della Juve, negli ultimi anni solo delusioni per le italiane in Europa. Il livello è quello che è, inferiore agli altri campionati continentali. E le coppe lo testimoniano. Il fatto che la capolista della serie A sia virtualmente eliminata dall’Europa League (ai sedicesimi di finale!) per mano del Lipsia è allarmante, a prescindere dalla volontà del Napoli di puntare tutto sulla corsa scudetto. Non si capisce il motivo per cui si lotta per andare a giocare le coppe europee e poi nelle sfide internazionali si schierano le seconde linee. Illogico! Pensierino finale per l’Inter. Che ha gli stessi punti della passata stagione, 48, alla 25ª giornata. Si pensava che l’avvento in panchina di Luciano Spalletti, abbinato al fatto che non gioca le coppe, potesse far compiere un salto di qualità ai nerazzurri. E, invece, anche Spalletti sta deludendo. Meglio come oratore nelle conferenze stampa che risultati alla mano.