A San Salvo la base del commando
Salgono a due i fermati per l’assalto con i kalashnikov al blindato della società Aquila: uno è della città, sospetti su altri due
VASTO. Rapina al portavalori sull’A14: è un fine settimana di lavoro per polizia e carabinieri. I difensori dell’uomo fermato, un operaio di San Salvo, sono usciti venerdì dal commissariato di via Bachelet a tarda ora. Ma gli inquirenti hanno proseguito gli interrogatori fino all’alba. Dopo una breve pausa, ieri mattina hanno ricominciato. Trenta chilometri più a sud, in Molise, i carabinieri di Trivento hanno rintracciato e arrestato uno degli uomini che era a bordo del furgone bianco speronato a Montefalcone del Sannio. V.B. è un quarantenne di Cerignola con precedenti penali. Una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Gli arresti e le testimonianza hanno permesso agli investigatori d’individuare i due gruppi del sodalizio criminale che ha progettato l’assalto. La sede logistica del commando probabilmente era a San Salvo. A San Salvo risiedono il fermato e alcuni sospettati. Armi, strumenti e manovalanza arrivano dalla Puglia. L'informatore, a conoscenza degli spostamenti del furgone portavalori, invece, ha presumibilmente collegamenti con l’area frentana.
La base logistica. È stato interrogato a lungo l’uomo di San Salvo fermato da carabinieri e polizia. Gli inquirenti sono arrivati a lui attraverso il garage del centro storico in cui sono stati ritrovati 30 mila euro del bottino. E non solo. Dal lungo sopralluogo e dal racconto di diversi testimoni sono emersi particolari che hanno convinto gli investigatori del coinvolgimento del sospettato nella vicenda. Non è l’unico sansalvese finito nel mirino di polizia e carabinieri. Pare che gli investigatori abbiano annotato sul taccuino dei sospettati almeno altre due persone del paese. Per ore venerdì un elicottero dell’elinucleo di Falconara ha sorvolato San Salvo marina. La riviera è stata battuta palmo a palmo. La presenza dei militari non poteva passare inosservata. Ma nessuno parla. La magistratura ha ordinato il più stretto riserbo per non compromettere l’esito delle indagini. Intanto sia il sacchetto che conteneva i 30 mila euro e sia il fucile ritrovato sulla Punto usata dai banditi per raggiungere San Salvo e poi abbandonata, sono stati affidati alla scientifica. Il commando indossava i guanti ma potrebbe avere lasciato comunque delle tracce.
Il filone pugliese. Le 22 erano passate da qualche minuto, venerdì sera, quando i carabinieri di Trivento hanno trovato uno dei tre ricercati a bordo del furgone bianco Scudo usato per fuggire da San Salvo. L’uomo, V.C., di Cerignola, pare avesse cercato di ottenere inutilmente un passaggio con l’autostop. Sporco di fango e ferito a una mano è stato portato nella caserma di Bojano e identificato. Subito dopo è stato trasferito nel carcere di Campobasso. L’uomo è stato scoperto mentre vagava per i campi di Trivento, a pochi metri dalla fondovalle del Trigno. A inchiodarlo sono state le mani sporche di sangue e il rinvenimento di un guanto simile a quelli ritrovati nel furgone Scudo. Secondo i carabinieri gli altri due complici non possono essere andati lontano. Gli investigatori stanno concentrando le ricerche nel triangolo Trivento, Montefalcone, Roccavivara. Domani V.B. sarà interrogato ancora dal pm, Fabio Papa, il magistrato a cui è stato affidato il filone molisano delle indagini. Il magistrato è costantemente in contatto con il pm di Vasto, Enrica Medori, e con il procuratore capo, Francesco Prete.
L’informatore. Il commando armato ha agito con precisione cronometrica. Il particolare induce a sospettare che la banda fosse stata informata da qualcuno bene informato sugli spostamenti del portavalore della società Aquila di Ortona. Forse qualcuno che risiede proprio fra Ortona e Lanciano. Ma sono solo ipotesi. Certo è che mano a mano che la matassa si dipana crescono le similitudine con l’assalto fatto un anno fa a Ortona e sempre al portavalori dell’Aquila. Anche allora il bottino trafugato dal vano blindato del mezzo fu di 600 mila euro. Anche allora il commando era armato di kalashnikov.
Paola Calvano
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