Aggredito in strada, grave un anziano 

Pensionato picchiato da un giovane rimproverato perché andava in auto a velocità sostenuta. Il genero: ferocia inaudita

SAN VITO CHIETINO. «Mio suocero Italo gli ha solo detto: “Per piacere, vai più piano che ci sono pure i bambini”. Per tutta risposta quel giovane è sceso dall’auto e lo ha pestato. Ora Italo Miselli, 74 anni, è semi paralizzato in un letto della Neurologia dell’ospedale Renzetti». È Ivo Altobelli a raccontare una storia di violenza e ordinaria follia accaduta a suo suocero, a Sant’Apollinare di San Vito Chietino, giovedì scorso. Con lui c’è Giuseppe C., 54 anni, che quella mattina non solo ha assistito al pestaggio, visto che stava chiacchierando con Italo ma, per aver cercato di difendere l’amico, le ha prese a sua volta.
«Io e Italo stavamo parlando sotto casa», racconta Giuseppe, invalido, «ero in auto che aspettavo mia moglie per andare dal medico e Ivo era in piedi di fronte a me. Parlavamo delle nostre condizioni di salute, del più e del meno quando a un certo punto è arrivato un giovane che conosciamo, a tutta velocità sulla sua Fiar Panda; ha quasi investito Italo. Lui si gira e gli dice: “Vai più piano che qui ci abitano le persone”. Il giovane è sceso dall’auto pieno di rabbia e lo ha iniziato ad insultare. Poi lo ha spinto e giù una scarica di pugni sulla testa e al volto. Italo ha cercato di difendersi», continua Giuseppe con voce strozzata, «ma è caduto a terra. Ha provato a rialzarsi ma è caduto di nuovo e quel giovane lo ha colpito ancora. Io ho gridato: “Adesso basta! Basta!”, e per tutta risposta mi è venuto vicino, mi ha riempito di parolacce e mi ha scaraventato a terra. Poi è salito in auto ed è ripartito in tutta fretta in retromarcia cercando di investirmi».
Intanto i vicini si erano affacciati e, vista la situazione, hanno allertato i carabinieri, il 118 e le figlie del 74enne. «Quando io e mia moglie siamo arrivati», dice Altobelli, «mio suocero era a terra in una pozza di sangue. Aveva un taglio sull’occhio, la mandibola spostata. Il 118 lo ha portato in ospedale. Qui ci siamo accorti che farfugliava e non muoveva il braccio sinistro. Lo hanno ricoverato in Neurologia». Nel frattempo anche Giuseppe è stato medicato e ha avuto una prognosi di 15 giorni. «Ho dolori alla gamba e al braccio», dice Giuseppe, «ma soprattutto sono scioccato da tanta violenza e rabbia».
Per Italo la prognosi non c’è ancora. «Ci è stato detto che ha avuto un ictus», chiude il genero, «ha la parte sinistra semiparalizzata e dovrà fare la riabilitazione. Siamo sconvolti e vogliamo delle risposte. Mio suocero è in un letto di ospedale, dov’è chi lo ha ridotto così? C’è un collegamento tra le botte e l’ictus? È un episodio di una violenza inaudita su cui i carabinieri devono far luce. Aspettiamo la prognosi e poi faremo la denuncia, se non scatterà d’ufficio». (cr.la.)
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