Casa per disabili, primo passo

1 Giugno 2011

Individuati gli edifici, vertice in Provincia il 10 giugno

CHIETI. Tavolo in Provincia per il «Dopo di Noi». La casa per disabili che restano senza famiglia finisce nel confronto operativo tra Comune, Regione e Provincia venerdì 10 giugno a mezzogiorno. «Vanno al più presto poste solide basi al progetto», dice il presidente dell'ente provinciale, Enrico Di Giuseppantonio, «per questo ho voluto mettere allo stesso tavolo chi ha competenze, risorse e conoscenze».

Ai lavori parteciperanno anche l'Anffas e Tarcisio Falcone. Il padre 72enne di un disabile di 40 anni, che ha sollevato con clamore il 5 maggio scorso il problema dell'assenza a Chieti di una casa famiglia per disabii soli, siederà al tavolo con quei politici che ha tanto criticato.

«E' giusto che stia con noi», osserva Enrico Di Giuseppantonio, «perché vigili e comprenda se esistono impedimenti reali o fittizi alla concretizzazione del progetto. Ho voluto anche l'Anffas, con la presidente Gabriella Casalvieri, perché da sempre ha fatto del «Dopo di Noi» una battaglia personale a difesa di tutti i disabili. La loro conoscenza di legislazioni, territorio e bisogni su queste tematiche specifiche è un supporto operativo per me irrinunciabile. Terrò informati di tutto anche il vescovo Bruno Forte e il prefetto Vincenzo Greco, destinatari della lettera sfogo di Tarcisio Falcone e da subito scesi in campo a perorare la causa».

Qualche giorno fa Falcone al taccuino aveva affidato un ennesimo sfogo amaro. «Vedrà che finirà tutto in una bolla di sapone», diceva. Ieri no. Era felice. Con lui Gabriella Casalvieri. «Se lavoriamo insieme possiamo farcela», ha subito commentato la presidente dell'Anffas. Eppure qualche giorno fa sembrava tutto perso. «Tante passerelle, interessamenti a voce e poi niente», raccontava il signor Tarcisio. Qualcosa invece si era già mosso, pagando lo scotto di una comunicazione carente. L'amministrazione comunale, per esempio. «Gli assessori Emilia De Matteo e Mario Colantonio», afferma il sindaco Umberto Di Primio, «hanno visionato anche alcuni immobili di proprietà della Curia, ma purtroppo non potevano fare al caso, o per ubicazione o per rapporto tra i costi di recupero e il risultato finale per l'utilizzo. Comunque stiamo vagliando anche altri nostri immobili, come l'ex ufficio postale di via Marino da Caramanico e la possibilità di scambi tra proprietà comunali e dell'Ater, compresa la struttura di via Pescasseroli. Se non si concretizzasse nessuna di queste ipotesi, allora potremmo pensare a trovare un locale da affittare o, attraverso convenzioni con società che ci chiedono interventi urbanistici, come benefit pubblico avere un appartamento per il Dopo di Noi».

La Provincia ha fatto una prima ricognizione sui propri beni e guardato a fondi non utilizzati da poter recuperare e per questo servirà il confronto di venerdì prossimo con la Regione. Nel frattempo, alcuni politici locali hanno deciso di guardare più da vicino al problema. L'assessore comunale Giuseppe Giampietro e il consigliere di «Chieti per Chieti», Luigi Febo, hanno visitato l'Anffas giorni addietro. «Ribadisco la necessità di una Fondazione di Comunità per la realizzazione del Progetto "Dopo di noi"», commenta Febo, «il lavoro di individuazione di un fabbricato da parte dell'amministrazione comunale, non è in contrasto con il progetto di Fondazione, andrà a implementare il suo patrimonio. L'Anffas e le associazioni che si occupano di disabilità nella nostra città, dovrebbero avere il ruolo di promotori».

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