Cassa integrazione al Negri Sud: non c’è l’accordo
Santa Maria Imbaro, Cgil e Cisl rifiutano l’intesa con l’ente «Penalizzato chi da anni è già al 100% del sussidio»
SANTA MARIA IMBARO. Nessun accordo sulla cassa integrazione tra dirigenza del Negri Sud e sindacati. Ieri la Ficalms-Cgil e la Fisascat-Cisl hanno rifiutato di sottoscrivere un accordo motivando la loro linea alla direzione aziendale e ai presidenti della Provincia di Chieti e della Regione.
«La direzione del consorzio Negri Sud», scrivono le organizzazioni sindacali, «ha scelto unilateralmente di procedere nell’adozione della cassa integrazione in deroga al 100% per tutti i dipendenti dal 1° aprile 2013, una scelta che potenzialmente equivarrebbe alla chiusura del consorzio». I sindacati chiedevano invece il ricorso alla cassa integrazione solo al 50% per tutti i dipendenti.
«Le scelte del consorzio», sottolineano Sergio Aliprandi (Cgil) ed Ernesto Magnifico (Cisl) che avevano già espresso parere sfavorevole con un comunicato del 5 aprile scorso, «penalizzano ulteriormente chi da anni è già al 100% della cassa integrazione. Inoltre la direzione aziendale dimostra di non rispettare le relazioni sindacali, il ruolo delle istituzioni preposte alla concessione dell’istituto della cassa, nè tanto meno è in linea con l’applicazione democratica condivisa negli ultimi verbali per la nascita della Fondazione, contraddicendone invece palesemente le basi».
I sindacati chiedono quindi «l’immediato reintegro al lavoro e per tutte le ore contrattuali individuali di tutte le maestranze». E tra i lavoratori è di nuovo panico. Sono 110 i dipendenti tra borsisti e ricercatori del Negri Sud. Tra loro ci sono persone che non percepiscono lo stipendio da sei mesi. Nel corso dell’ultima assemblea del consorzio per l’approvazione del bilancio sono emerse tutte le difficoltà di un luogo di lavoro in cui ci sono figli e figliastri. E probabilmente non andrà meglio nemmeno con la prossima trasformazione da consorzio in fondazione. La nuova figura giuridica nascerà con 1.450.000 euro di debito che dovrà essere ricoperto entro il 30 aprile in parti uguali dai tre soci: Provincia, Negri Milano e Regione. Da lì si ripartirà con la corsa ai finanziamenti e a nuovi progetti, ma il percorso è in salita.
Daria De Laurentiis
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