Chieti, a fuoco l’ex ospedale San Camillo: sospetti su un gruppo di ragazzi
Le fiamme hanno distrutto una rimessa che conteneva carta per stampanti e attrezzature mediche. Indaga la polizia
CHIETI. Le fiamme alte fuoriuscivano dalla porta di legno semi aperta. La porta ha ceduto subito al fuoco mostrando la montagna di carte che ha dato origine al rogo. Nello spiazzale antistante invece c’era sparsa ovunque della carta che avrebbe dovuto essere al sicuro dentro al magazzino.
Di fronte a questo scenario i vigili del fuoco e i poliziotti della Volante hanno subito pensato a un incendio di tipo doloso.
A confermare i primi sospetti è arrivato il funzionario dell’Ufficio tecnico della Asl che ha detto che la carta era tenuta sotto chiave dentro al magazzino. La porta della rimessa era stata trovata invece aperta, come erano stati trovati aperti anche gli ingressi dei due magazzini accanto a quello bruciato, nello stesso complesso. Uno dei due ha una porta di legno come quella andata a fuoco, l’altro una serranda. La rimessa, di circa 20 metri quadrati, conteneva soltanto carta accatastata: per la maggior parte si trattava di materiale per vecchie stampanti e rotoli per macchinari medici. Non c’erano documenti sanitari con dati sensibili. Alcuni dei rotoli erano stati srotolati lungo il piazzale dove c’erano anche sedie sottosopra, un pallone da calcio e diverso altro materiale. La rimessa si trova a fianco dell’edificio principale dell’ex ospedale chiuso nel 2007. Percorrendo il lungo viale alberato dall’ingresso principale, bisogna seguire la biforcazione sulla destra per arrivare ai magazzini che non erano più dotati di impianto elettrico, cosa che ha fatto subito escludere la possibilità di un cortocircuito spontaneo. Sul posto è arrivata anche la polizia scientifica.
I vigili del fuoco sono stati allertati dai residenti del palazzo accanto che hanno notato la colonna di fumo nel vecchio ospedale intorno alle ore 13. Dal comando provinciale sono partite due autobotti e una squadra di cinque persone al comando del caposquadra Antonio Carideo. Ci sono volute oltre due ore per spegnere le fiamme. Si è dovuto anche procedere al cosiddetto “smassamento” del cumulo di carta per evitare che il fuoco potesse riprendere forza più tardi. Il magazzino è stato dichiarato inagibile. Per entrare nel più breve tempo possibile i pompieri hanno rotto la catena che teneva chiuso il cancello all’ingresso. I piromani, invece, non hanno utilizzato il cancello principale. Da tempo il complesso monumentale è frequentato da persone che s’intrufolano attraverso squarci nella recinzione laterale. Circa cinque anni fa la Asl ha fatto sostituire l’intera recinzione ma i buchi sono riemersi. «Si tratta spesso di giovanissimi che abitano nel quartiere», dice il funzionario Asl. «Due settimane fa i carabinieri ne hanno fermato tre. Tutti minorenni. Riceviamo continue segnalazione sulla presenza di ragazzini nel complesso e passiamo il tempo e richiudere i buchi nella recinzione. Loro aprono e noi chiudiamo. In pratica quasi di continuo».
Di fronte a questo scenario i vigili del fuoco e i poliziotti della Volante hanno subito pensato a un incendio di tipo doloso.
A confermare i primi sospetti è arrivato il funzionario dell’Ufficio tecnico della Asl che ha detto che la carta era tenuta sotto chiave dentro al magazzino. La porta della rimessa era stata trovata invece aperta, come erano stati trovati aperti anche gli ingressi dei due magazzini accanto a quello bruciato, nello stesso complesso. Uno dei due ha una porta di legno come quella andata a fuoco, l’altro una serranda. La rimessa, di circa 20 metri quadrati, conteneva soltanto carta accatastata: per la maggior parte si trattava di materiale per vecchie stampanti e rotoli per macchinari medici. Non c’erano documenti sanitari con dati sensibili. Alcuni dei rotoli erano stati srotolati lungo il piazzale dove c’erano anche sedie sottosopra, un pallone da calcio e diverso altro materiale. La rimessa si trova a fianco dell’edificio principale dell’ex ospedale chiuso nel 2007. Percorrendo il lungo viale alberato dall’ingresso principale, bisogna seguire la biforcazione sulla destra per arrivare ai magazzini che non erano più dotati di impianto elettrico, cosa che ha fatto subito escludere la possibilità di un cortocircuito spontaneo. Sul posto è arrivata anche la polizia scientifica.
I vigili del fuoco sono stati allertati dai residenti del palazzo accanto che hanno notato la colonna di fumo nel vecchio ospedale intorno alle ore 13. Dal comando provinciale sono partite due autobotti e una squadra di cinque persone al comando del caposquadra Antonio Carideo. Ci sono volute oltre due ore per spegnere le fiamme. Si è dovuto anche procedere al cosiddetto “smassamento” del cumulo di carta per evitare che il fuoco potesse riprendere forza più tardi. Il magazzino è stato dichiarato inagibile. Per entrare nel più breve tempo possibile i pompieri hanno rotto la catena che teneva chiuso il cancello all’ingresso. I piromani, invece, non hanno utilizzato il cancello principale. Da tempo il complesso monumentale è frequentato da persone che s’intrufolano attraverso squarci nella recinzione laterale. Circa cinque anni fa la Asl ha fatto sostituire l’intera recinzione ma i buchi sono riemersi. «Si tratta spesso di giovanissimi che abitano nel quartiere», dice il funzionario Asl. «Due settimane fa i carabinieri ne hanno fermato tre. Tutti minorenni. Riceviamo continue segnalazione sulla presenza di ragazzini nel complesso e passiamo il tempo e richiudere i buchi nella recinzione. Loro aprono e noi chiudiamo. In pratica quasi di continuo».