Chieti, il liceo artistico rischia la chiusura a oltranza
Crollo in aula, nessuna certezza sulla riapertura dell’istituto: i tempi si allungano. Gli alunni pronti a una nuova protesta
CHIETI. Nessuna certezza sulla riapertura del liceo artistico e coreutico Nicola da Guardiagrele, ormai sbarrato da 9 giorni. E così, ieri, da un lato, gli studenti delle 5ª A hanno proseguito le loro attività per l’alternanza scuola-lavoro nella biblioteca del liceo classico Gian Battista Vico e, dall’altro, alcuni alunni in una stanza del Convitto nazionale erano intenti a preparare uno striscione da mostrare in occasione del Salone dello Studente, previsto per domani a Pescara.
Dopo le lezioni all’aperto, proseguono le iniziative dei ragazzi rimasti “esuli” senza un istituto (250 in totale) ma che, nonostante tutto, vogliono continuare a studiare. Lunedì 9, nella loro scuola, si è staccata dal soffitto dell’aula professori una striscia di intonaco lunga circa 4 metri precipitata a terra, che per fortuna non ha provocato feriti. Da qui la chiusura fino alla giornata odierna compresa, provvedimento preso dalla Provincia, proprietaria dell’immobile, che con ogni probabilità continuerà a dover tenere chiusi i battenti dell’edificio in via D’Aragona anche per i prossimi giorni. Proprio ieri pomeriggio è andato in scena un altro incontro tra l’ente e i vertici d’istituto per capire il da farsi. Per scoprire gli esiti di indagini, rilievi e prove di carico sui solai dello stabile (strutturalmente complesso) sembra occorrerà ancora qualche giorno, mentre il trasferimento dell’intera sede liceale in un altro sito cittadino non pare più solo un’ipotesi: sono già state passate al vaglio diverse alternative, tutte impraticabili nell’immediato, tra cui la caserma Spinucci, la Berardi e l’ex ospedale.
Intanto poco dopo mezzogiorno è scattata pure una riunione di aggiornamento nell’aula di Fisica del Classico, con tutti i professori dell’Artistico e coreutico “migrati” anche loro nella scuola lungo il Corso: «Non abbiamo aggiornamenti», spiega la responsabile di plesso Maria Ludovica Allevi, «la riapertura dipenderà da ciò che sarà esposto sulla relazione tecnica». Traslocare sembra l’unica opzione possibile ma su due punti tutti sono d’accordo, da studenti a professori: la scuola deve restare sul Colle e non deve smembrarsi in sedi differenti. «Vogliamo restare sulla parte alta della città, garantendo l’unitarietà degli studenti», dice sempre Allevi, «abbiamo molti pendolari, siamo legati al tessuto cittadino che vogliamo far rinascere. Contando anche il progetto universitario di istituire un centro Dams proprio sul Colle». E aggiunge: «Il presidente della Provincia Mario Pupillo ci ha assicurato la Sala della Provincia per allestire attività didattiche durante la prossima settimana». Domani le classi quinte saranno accompagnate al Salone dello Studente nel Padiglione della Camera di commercio di Pescara al porto turistico, appuntamento per l’orientamento dei maturandi nel mondo universitario, in cui è prevista la partecipazione del sindaco pescarese Marco Alessandrini e quella del presidente della Regione Luciano D’Alfonso. Sembra che anche l’ex premier Matteo Renzi passerà di lì, vista la sua visita in Abruzzo: «Un’occasione per farci sentire», dice la studentessa Luisa Kraja, «stiamo preparando uno striscione con una frase d’effetto» sul tema scuole sicure.
Dopo le lezioni all’aperto, proseguono le iniziative dei ragazzi rimasti “esuli” senza un istituto (250 in totale) ma che, nonostante tutto, vogliono continuare a studiare. Lunedì 9, nella loro scuola, si è staccata dal soffitto dell’aula professori una striscia di intonaco lunga circa 4 metri precipitata a terra, che per fortuna non ha provocato feriti. Da qui la chiusura fino alla giornata odierna compresa, provvedimento preso dalla Provincia, proprietaria dell’immobile, che con ogni probabilità continuerà a dover tenere chiusi i battenti dell’edificio in via D’Aragona anche per i prossimi giorni. Proprio ieri pomeriggio è andato in scena un altro incontro tra l’ente e i vertici d’istituto per capire il da farsi. Per scoprire gli esiti di indagini, rilievi e prove di carico sui solai dello stabile (strutturalmente complesso) sembra occorrerà ancora qualche giorno, mentre il trasferimento dell’intera sede liceale in un altro sito cittadino non pare più solo un’ipotesi: sono già state passate al vaglio diverse alternative, tutte impraticabili nell’immediato, tra cui la caserma Spinucci, la Berardi e l’ex ospedale.
Intanto poco dopo mezzogiorno è scattata pure una riunione di aggiornamento nell’aula di Fisica del Classico, con tutti i professori dell’Artistico e coreutico “migrati” anche loro nella scuola lungo il Corso: «Non abbiamo aggiornamenti», spiega la responsabile di plesso Maria Ludovica Allevi, «la riapertura dipenderà da ciò che sarà esposto sulla relazione tecnica». Traslocare sembra l’unica opzione possibile ma su due punti tutti sono d’accordo, da studenti a professori: la scuola deve restare sul Colle e non deve smembrarsi in sedi differenti. «Vogliamo restare sulla parte alta della città, garantendo l’unitarietà degli studenti», dice sempre Allevi, «abbiamo molti pendolari, siamo legati al tessuto cittadino che vogliamo far rinascere. Contando anche il progetto universitario di istituire un centro Dams proprio sul Colle». E aggiunge: «Il presidente della Provincia Mario Pupillo ci ha assicurato la Sala della Provincia per allestire attività didattiche durante la prossima settimana». Domani le classi quinte saranno accompagnate al Salone dello Studente nel Padiglione della Camera di commercio di Pescara al porto turistico, appuntamento per l’orientamento dei maturandi nel mondo universitario, in cui è prevista la partecipazione del sindaco pescarese Marco Alessandrini e quella del presidente della Regione Luciano D’Alfonso. Sembra che anche l’ex premier Matteo Renzi passerà di lì, vista la sua visita in Abruzzo: «Un’occasione per farci sentire», dice la studentessa Luisa Kraja, «stiamo preparando uno striscione con una frase d’effetto» sul tema scuole sicure.