banca in crisi

Chieti, il salvataggio Carichieti passa per la Bcc di Roma

L’Istituto di credito cooperativo pronto ad acquisire il 19,5 per cento delle quote mentre nel piano dei commissari si prevede anche la chiusura di dodici filiali

CHIETI. Passa per Roma il salvataggio di Carichieti? La parola chiave sarebbe Bcc, gli attori protagonisti due abruzzesi: Francesco Liberati, di Scurcola Marsicana, confermato presidente della Banca di credito cooperativo di Roma per il triennio 2015-2017, e il suo vice, ovvero Gabriele Gravina, ex Ad di Federcalcio oltre che artefice del miracolo calcistico, entrato negli annali, del Castel di Sangro. Sarebbe un salvataggio in una sola mossa: l'acquisizione del 19,5 per cento di Carichieti affiancato dalle conferma da parte di Banca Intesa del 20 per cento nel pacchetto azionario. Oppure in due mosse: la cessione alla Bcc anche di quel 20 per cento. Ipotesi questa più probabile dal momento che due banche come soci privati sono un'anomalia di mercato. Siamo a livelli di indiscrezioni assolute che però parlano anche di un possibile accordo in atto fortemente voluto dall'istituto romano che, nel recente passato, ha cercato un patto sinergico con le Bcc di casa nostra ma ha solo trovato porte, anzi sportelli chiusi.

VIA ANCHE 12 FILIALI. L'accordo passerebbe sotto le Forche Caudine del taglio del personale di Carichieti. Ma non solo. Una delle novità dell'ultim’ora è che il piano di dimagrimento voluto da due commissari di Bankitalia, Immordino e Bochicchio, prevederebbe la chiusura di 12 filiali. A dire la verità anche l'ex gestione commissariata aveva messo in cantiere la riduzione di 50 unità lavorative e la chiusura di cinque filiali come quelle di Perugia, Milano e una anche a Pescara. Era una operazione peraltro non a costo zero. Avrebbe infatti gravato per oltre tre milioni di euro sulle casse della banca teatina. Ma è storia passata che però si ripropone in fotocopia.

RIAPPARE PESCARABRUZZO. Sempre sbirciando dietro le quinte si vede riapparire sulla scena la Fondazione PescarAbruzzo che avrebbe dato incarico a esperti romani per valutare un proprio ingresso nella compagine sociale di Carichieti (in quantità inferiore alla Bcc di Roma), compagine che si completerebbe con il riposizionamento ridimensionato della Fondazione Carichieti. A spingere verso questa soluzione Bcc-PescarAbruzzo ci sono due punti sostanziali. Il primo è che, stando sempre ad indiscrezioni, la quota da ricapitalizzare non supera i 100 milioni, quindi è abbordabile; il secondo è che il Fondo interbancario di garanzia ha già deciso di intervenire in soccorso della Pop Etruria, Banca Marche e Cariferrara, escludendo di farlo per Carichieti. Quindi il commissariamento va risolto in modo autarchico. Si attendono conferme nelle prossime settimane. Sta di fatto che Bcc Roma non fa segreti dei suoi progetti di rafforzarsi in Abruzzo, dove è già presente, piazzando un colpo importante nelle provincia di Chieti. Del resto i legami tra la Bcc più importante d'Italia e la nostra regione sono molteplici.

LA BCC CHE PARLA ABRUZZESE. Nel Cda della banca, rinnovato a marzo, ritroviamo Liberati, un aquilano presidente del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo dal 2000, oltre che consigliere dell'Abi e presidente della Federazione delle Bcc del Lazio, Umbria e Sardegna e vicepresidente di Icreea. E' uno dei Cavalieri del Lavoro abruzzesi che ormai si contano sulle punte della dita di una mano. Ma nel consiglio di amministrazione ci sono anche Lorenzo Santilli, aquilano, presidente della Camera di commercio dell'Aquila e dell'Unione delle Camere di commercio d'Abruzzo, imprenditore nei servizi e nelle infrastrutture per la mobilità cittadina, e Gravina, di Sulmona, imprenditore nel campo delle infrastrutture turistiche, dei servizi culturali e dello sport. Altra nota di cronaca è che all'assemblea che ha confermato Liberati alla presidenza della banca ha voluto partecipare anche il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, che in quell'occasione sottolineò: «L'esigenza delle imprese abruzzesi di essere accompagnate e assistite dal sistema creditizio. Il problema del credito è, oggi, prioritario: la Bcc Roma è la banca territoriale più vicina agli imprenditori e alla realtà locale, alle famiglie e alle aziende».

I NUMERI DEL SALVAGENTE. Infine qualche dato sui bilanci della Bcc romana che nel 2014, a chiusura del triennio, ha visto aumentare i propri impieghi 14,5% e la raccolta diretta del 16,9%. Notevole importanza ha rivestito, poi, l'operazione di aumento del capitale sociale cui i soci hanno contribuito significativamente. Grazie anche alla redditività conseguita, il patrimonio ha toccato quota 747 milioni: con un Total Capital Ratio del 17% la Bcc di Roma risulta tra le più patrimonializzate della categoria e tra le più solide banche medie del Paese. La Bcc Roma opera nel Lazio e nell'Abruzzo interno con una rete di 180 sportelli. É nata 60 anni fa come Cassa rurale e artigiana. I soci, espressione delle diverse professioni e delle aree di operatività, sono 30mila; i clienti 300mila, in gran parte famiglie e piccole imprese. I dipendenti 1.270. É il salvagente di Carichieti? Staremo a vedere.(cr.ch)