Codici vuole i nomi degli inquinatori

VASTO. Nome e cognome dei responsabili dell'inquinamento ambientale di Fosso Marino, il canale dove l'estate scorsa furono apposti due divieti di balneazione in pieno Ferragosto. Lo chiede a gran...
VASTO. Nome e cognome dei responsabili dell'inquinamento ambientale di Fosso Marino, il canale dove l'estate scorsa furono apposti due divieti di balneazione in pieno Ferragosto. Lo chiede a gran voce Codici, l'associazione nazionale dei consumatori che l'anno scorso, subito dopo l'emergenza scarichi a mare, ha presentato un esposto in Procura. Dopo quegli episodi, che hanno avuto ripercussioni negative sull'immagine della località costiera, Sasi e Comune sono corsi ai ripari mettendo in cantiere alcuni interventi ritenuti risolutivi dai rispettivi enti, ma sulla causa dell'inquinamento non è stata fatta definitiva chiarezza.
«A oggi non si conoscono ancora i responsabili», sostiene Riccardo Alinovi, portavoce di Codici, «non si sanno i nomi e i cognomi di chi ha provocato il grave danno ambientale con tutte le conseguenze negative sia per gli operatori turistici, sia per la salute di quei bambini che si sono ammalati di salmonella. I responsabili sono ancora in giro impuniti», incalza Alinovi, «anzi sono tranquilli visto che di episodi così gravi nessuno mai viene chiamato a rispondere. La speranza è che prima della chiusura del Tribunale si sappia la verità su Fosso Marino, magari attraverso un intervento diretto del procuratore Francesco Prete», si auspica il referente dell'associazione. L’intervento di Codici arriva a distanza di qualche giorno dalla scoperta fatta da alcuni cittadini che hanno segnalato la presenza, nella zona di Sant’Antonio Abate, nella parte alta della città, di una fossa piena di acqua putrida e maleodorante che sfocia a Fosso Marino. Della probabile causa di inquinamento è stato messo al corrente Paolo Leonzio, referente per l’Abruzzo e il Molise della Fee, la fondazione per l’educazione ambientale che assegna le Bandiere blu alle località rivierasche, tenendo conto non solo della balneabilità delle acque, ma anche dei servizi a disposizione dei turisti. Ma c’è di più. Anche se nel corso di questa estate nessun divieto di balneazione è stato apposto nello specchio di mare antistante il canale, per Goletta verde di Legambiente, in quel punto, l’acqua risulta fortemente inquinata con enterococchi intestinali e esterichia coli che superano i limiti di legge. Nello stesso tratto l’Arta, alcune settimane prima, non aveva riscontrato valori sopra la norma. Risultati contrapposti che per i tecnici hanno una giustificazione. «Legambiente i prelievi li ha fatti nel torrente, l’Arta in mare», spiega Vincenzo Ronzitti, biologo marino ed ex direttore dell’agenzia regionale per l’ambiente, «sono due prospettive diverse, ma entrambe valide».
Anna Bontempo
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