Costi alti, la piscina Sant’Antonio chiude
L’annuncio del titolare che però chiede aiuto. Petizione dell’associazione Giovani ortonesi e appello di una mamma
ORTONA. Un'importante realtà locale sia sportiva che sociale si avvia verso il tramonto. Dopo quasi venticinque anni di attività, infatti, la piscina del Centro Sportivo Sant'Antonio di Ortona da settembre chiuderà i battenti. Troppo alti i costi di gestione ordinari e straordinari per il titolare della struttura, Giustino Di Nardo. Proprio questi ha provato in tutti i modi per evitare una drastica soluzione ai problemi ma purtroppo, fino ad oggi, non ci sono sono state altre strade percorribili. Il centro sportivo, un impianto all'avanguardia che comprende, oltre alla piscina, anche campi da calcetto, palestra e ristorante, ha offerto numerosi servizi dal 1990 ad oggi. Al di là dei corsi di nuoto per bambini, ragazzi e adulti, e attività agonistica con notevoli risultati di successo, sono state diverse le iniziative sociali che si sono susseguite durante questi anni. Progetti con istituti scolastici ortonesi e del comprensorio, campus estivi per bambini, collaborazioni con la Capitaneria di Porto e organizzazione di corsi per assistente bagnanti, hanno reso il Centro Sportivo Sant'Antonio un punto cardine della città di Ortona. E adesso la notizia che da settembre verrà chiusa la piscina, anche se al momento continueranno ad essere offerti gli altri servizi disponibili. Tuttavia, il titolare dello stabile ha espresso il desiderio di mantenere vive le attività legate alla stessa piscina e, pertanto, ha fatto sapere di essere interessato ad ogni genere di proposta, purché risolutiva. Così, l'Associazione Culturale Giovani Ortonesi, essendo a rischio parte delle attività sociali e ricreative di Ortona, si è fatta portavoce di questa situazione. «È l'unica piscina che abbiamo in città e abbraccia molti dei comuni limitrofi» afferma il presidente dell'Acgo Claudio Di Lizio. «Spero che l'ammininistrazione comunale non abbandoni il centro e stabilisca un incontro con i gestori per trovare soluzioni».
Ad invocare l'intervento dei vertici politici del Comune è anche una mamma, Monica Marinozzi, preoccupata da questa imminente chiusura: «Non è accettabile tantomeno socialmente educativo che, nel 2014, anziché favorire e promuovere iniziative volte allo sviluppo psico-motorio dei nostri ragazzi, le si abbandoni al loro destino senza che questa amministrazione faccia uno sforzo al fine di risollevare le sorti del centro sportivo». E poi conclude: «Stiamo provvedendo ad una raccolta firme per sensibilizzare il Comune verso questa problematica di interesse sociale, poiché non vogliamo negare ai nostri figli la possibilità di usufruire delle attività acquatiche, agonistiche e non, del Centro Sportivo Sant'Antonio».
Alfredo Sitti
©RIPRODUZIONE RISERVATA