LANCIANO

Danni gravi alla nascita, Asl condannata a pagare 522mila euro

Dopo 12 anni il tribunale di Chieti riconosce che, durante le fasi del preparto, l'allora neonato, oggi 14enne, ha subìto conseguenti danni permanenti

CHIETI. Oggi ha 14 anni e porta i segni di quanto è avvenuto nel dicembre del 2010 nell'ospedale Renzetti di Lanciano quando, durante le fasi del preparto, ha subìto danni permanenti: handicap gravi, sindrome di deficit attentivo e comportamentale più altre patologie. La sentenza emessa dal giudice del tribunale civile di Chieti  Gianluca Falco ha stabilito che la Asl Lanciano-Vasto-Chieti deve risarcire la famiglia originaria di Atessa con una somma pari a 522mila euro, per la negligenza sanitaria.

I legali dell'Azienda sanitaria locale hanno respinto l'accusa contestando la fondatezza e rimarcando la correttezza dei sanitari. La vicenda è stata portata avanti dalla famiglia del ragazzo, supportata da Sos Utenti Aps, attraverso l'avvocato Andrea Florindi, membro del direttivo nazionale dell'associazione, e dal presidente Gennaro Baccile.

La famiglia ora risiede a Lanciano e, dopo 12 anni, ha ottenuto il risarcimento, supportata anche dai consulenti del tribunale. Il paziente ha ottenuto come danno 333mila euro, i genitori 188mila euro complessivi.

La madre aveva 21 anni quando aveva finito la 41° settimana di gestazione e il bimbo doveva nascere. L'istruttoria processuale si è basata su negligenze e imperizie dei medici, a cominciare dal fatto che la gestante, nonostante il sanguinamento, non è stata sottoposta a visita medica né all'ecografia per accertare le condizioni del bimbo.

Non sarebbe stato eseguito neppure un monitoraggio cardiaco continuo ma solo due visite ostetriche, con rilievo isolato del battito cardiaco fetale. Il sanguinamento e il ritardato parto cesareo hanno provocato in tal modo una grave sofferenza perinatale al bambino con danni cognitivi e comportamentali e, successivamente disturbi visivi, disarmonia dello sviluppo, linguaggio e disabilità intellettiva.