Domani l’ultimo saluto alla 26enne Martina: fatale il trauma dopo lo schianto
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L’autopsia ha confermato le cause del decesso della 26enne, finita in un fosso con l’auto a Dragonara. L’inchiesta sulla sicurezza dell’area del tragico incidente: il canale non era protetto da un guardrail. Domani i funerali nella chiesa di Sant'Anna
CHIETI. Si svolgeranno domani pomeriggio alle 15, nella chiesa di Sant’Anna, i funerali di Martina Vichayte, vittima del tragico incidente stradale nella notte tra venerdì e sabato a San Giovanni Teatino. Un trauma cranico con emorragia cerebrale è la causa della morte della 26enne ucraina, residente a Chieti, finita con l'auto in un fosso di raccolta delle acque che costeggia una strada nella zona commerciale di Dragonara. Lo ha stabilito l'autopsia, eseguita ieri mattina nel policlinico di Chieti dal medico legale Pietro Falco, su incarico del pubblico ministero, Lucia Anna Campo. Il trauma evidenziato dall’esame sul corpo della giovane è compatibile con l'incidente: la ragazza potrebbe essere morta sul colpo. Si faranno anche gli esami tossicologici e istologici, il medico legale si è riservato 60 giorni. Erano stati i familiari, non avendola vista rincasare dopo la nottata trascorsa in discoteca a Pescara, a denunciare alla Polizia la scomparsa della ragazza. L'auto capovolta nel fosso, una Fiat 500, poi recuperata dai vigili del fuoco, è stata notata la mattina da una residente della zona che ha subito dato l'allarme. Le indagini sono condotte dai poliziotti della squadra mobile della questura di chieti, diretti dal commissario capo Nicoletta Giuliante.
Intanto la procura della Repubblica di Chieti ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato colposo a carico di ignoti: non ci sono dubbi sulla dinamica dell’incidente, ma va ancora accertata l’eventuale carenza in fatto di sicurezza stradale. Dei dubbi sono sorti sulla mancanza di un guardrail che proteggesse le auto in transito dai rischi di finire nel canale profondo almeno quattro metri. La presenza di una barriera di sicurezza avrebbe potuto salvare la vita alla ragazza ucraina la notte dell’incidente, evitando che la sua Fiat 500 si ribaltasse in fondo al fosso causandone la morte sul colpo? Questa è una delle domande principale che si stanno ponendo gli inquirenti. Nel frattempo è stata sequestrata la vettura della ragazza, che potrebbe essere sottoposta ad una perizia tecnica. Subito dopo l’incidente in cui ha perso la vita la giovane Martina, invece, il Comune di San Giovanni Teatino ha provveduto a delimitare la zona del canale con delle transenne di proprietà dell’ente, anche se il sindaco ha sottolineato che l’area è di proprietà del Consorzio industriale. Domani sarà il momento del silenzio e del dolore per la famiglia di Martina, mamma Karolina e il papà Davide, e i fratelli Leonardo e Valentina, ma anche i tantissimi amici che la giovane aveva a Chieti, città che l’aveva accolta 18 anni fa e in cui stava costruendo il suo futuro. Prima del tragico incidente dello scorso fine settimana a San Giovanni Teatino.
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