«E ora promuoviamo il marchio Chieti città»
Non solo Settimana mozartiana, tutti al lavoro per organizzare più spettacoli
CHIETI. Canali di promozione più efficaci che facciano della Settimana mozartiana un evento ben oltre i confini locali. Il Centro lancia la riflessione su un bilancio critico della manifestazione di indiscussa levatura artistica e trova concorde il direttore del teatro Marrucino, Francesco Di Vincenzo. «Finora», dice, «siamo stati capaci di promuovere un prodotto, la “Settimana mozartiana”, non la marca: Chieti città». Del resto il numero dei visitatori è cresciuto, a premiare una comunicazione efficace, fatta, tra gli altri, di depliant distribuiti in tutti gli stabilimenti della costa metropolitana e spazi su quotidiani nazionali. Ma, evidentemente, non basta, per trasformare la grande manifestazione in evento.
«Pro loco, associazioni imprenditoriali e non, soprintendenza, enti e tutti gli attori del mercato dovrebbero mettere insieme le proprie idee in un progetto complessivo di marketing territoriale, che», osserva Di Vincenzo, «dia visibilità e identità a Chieti. Un progetto che abbia come punta di diamante l'evento e sia portato avanti con azioni di promozione mirate, di qualità e ripetute nel tempo, che creino massa critica in un pubblico di riferimento sempre più ampio. A capofila di quest'organizzazione di rete vedrei il Comune».
Enrico Raimondi, capogruppo Ds, delega comunale al teatro, dal canto suo pone l'accento sulla necessità di un calendario definito degli eventi in città, per una risposta corale ai turisti. «Occorre più comunicazione che crei attesa dell'evento», aggiunge Raimondi, «durante l'anno, ad esempio, con scuole e altre realtà si potrebbero fare dei convegni a tema in vista della settimana, così come coinvolgere gli altri conservatori musicali della regione quali ospiti nella rassegna. Questi potrebbero fare nelle proprie sedi concerti mirati e promuovere a latere l'evento. In tal senso prevedere al Comune deleghe di cultura e turismo concentrate in un unico assessore non sarebbe male».
«Sincronizzare le esigenze di bilancio con la programmazione annuale degli eventi non è semplice», osserva l'assessore alla cultura Carmelina Di Cosmo, «sulla comunicazione, poi, paghiamo lo scotto di un approccio ancora perfettibile. Ritengo di dover lavorare con più forza, infine, per avere più appuntamenti estivi e coinvolgere sempre più sponsor».
Intanto scatta la solidarietà al direttore artistico Sergio Rendine contro gli attacchi mossi da Rifondazione che ne ha chiesto la testa. Dice il senatore dell'Ulivo Giovanni Legnini: «La diffusione di un volantino di attacco al maestro, in rapporto ai deficit accumulati negli anni dal teatro, costituisce per modi e contenuti un atto grave di irresponsabilità politica, tanto più perché di un partito di maggioranza che ha partecipato alle sedute del consiglio comunale sulla situazione deficitaria analizzata e in parte risolta. Al maestro Rendine va la mia piena solidarietà per gli ingiusti attacchi subiti, tanto più che egli non ha mai avuto responsabilità amministrative nel teatro». Solidarietà che viaggia trasversale tra i partiti con l'intermezzo degli artisti del Marrucino, che diffondono un comunicato di solidarietà. Interviene, infatti, anche Fabrizio Di Stefano, An: «Se la manifestazione è riuscita con successo lo si deve solamente alla direzione artistica del teatro e delle maestranze per l'eccezionale professionalità messa in campo, nonostante permanga la totale incertezza che il loro lavoro sia ricompensato con il giusto riconoscimento economico».
«Pro loco, associazioni imprenditoriali e non, soprintendenza, enti e tutti gli attori del mercato dovrebbero mettere insieme le proprie idee in un progetto complessivo di marketing territoriale, che», osserva Di Vincenzo, «dia visibilità e identità a Chieti. Un progetto che abbia come punta di diamante l'evento e sia portato avanti con azioni di promozione mirate, di qualità e ripetute nel tempo, che creino massa critica in un pubblico di riferimento sempre più ampio. A capofila di quest'organizzazione di rete vedrei il Comune».
Enrico Raimondi, capogruppo Ds, delega comunale al teatro, dal canto suo pone l'accento sulla necessità di un calendario definito degli eventi in città, per una risposta corale ai turisti. «Occorre più comunicazione che crei attesa dell'evento», aggiunge Raimondi, «durante l'anno, ad esempio, con scuole e altre realtà si potrebbero fare dei convegni a tema in vista della settimana, così come coinvolgere gli altri conservatori musicali della regione quali ospiti nella rassegna. Questi potrebbero fare nelle proprie sedi concerti mirati e promuovere a latere l'evento. In tal senso prevedere al Comune deleghe di cultura e turismo concentrate in un unico assessore non sarebbe male».
«Sincronizzare le esigenze di bilancio con la programmazione annuale degli eventi non è semplice», osserva l'assessore alla cultura Carmelina Di Cosmo, «sulla comunicazione, poi, paghiamo lo scotto di un approccio ancora perfettibile. Ritengo di dover lavorare con più forza, infine, per avere più appuntamenti estivi e coinvolgere sempre più sponsor».
Intanto scatta la solidarietà al direttore artistico Sergio Rendine contro gli attacchi mossi da Rifondazione che ne ha chiesto la testa. Dice il senatore dell'Ulivo Giovanni Legnini: «La diffusione di un volantino di attacco al maestro, in rapporto ai deficit accumulati negli anni dal teatro, costituisce per modi e contenuti un atto grave di irresponsabilità politica, tanto più perché di un partito di maggioranza che ha partecipato alle sedute del consiglio comunale sulla situazione deficitaria analizzata e in parte risolta. Al maestro Rendine va la mia piena solidarietà per gli ingiusti attacchi subiti, tanto più che egli non ha mai avuto responsabilità amministrative nel teatro». Solidarietà che viaggia trasversale tra i partiti con l'intermezzo degli artisti del Marrucino, che diffondono un comunicato di solidarietà. Interviene, infatti, anche Fabrizio Di Stefano, An: «Se la manifestazione è riuscita con successo lo si deve solamente alla direzione artistica del teatro e delle maestranze per l'eccezionale professionalità messa in campo, nonostante permanga la totale incertezza che il loro lavoro sia ricompensato con il giusto riconoscimento economico».