«Eri l’amico benvoluto da tutti», l’Abruzzo piange per Francesco Primavera

19 Gennaio 2025

Domani l’autopsia sul 32enne morto sul lavoro nell’ospedale di Lanciano. Funerali martedì o mercoledì. Ieri l’omaggio al Palatricalle: il Città di Chieti in campo con la sua maglia

GUARDIAGRELE. L’incredulità e il dolore. A Guardiagrele, la sua città, ma anche a Lanciano, quella in cui lavorava, e a Chieti, in cui da qualche mese giocava nel campionato regionale di calcio a cinque con il Minerva. Ieri pomeriggio un momento toccante al Palatricalle: il Città di Chieti, impegnato in casa (serie B) contro l’Ancona, ha giocato indossando le maglie del Minerva e mostrando la casacca di “Ciccio” al pubblico, mentre tutti i compagni di squadra erano lì, a raccogliere l’applauso destinato a Francesco Primavera, che a soli 32 anni se n’è andato lasciando sgomento tutto l’Abruzzo sportivo. Non sono casuali le valanghe di messaggi social da parte di tutte le società di futsal, attonite per la sua morte. Primavera, nella vita, era un tecnico di apparecchiature ospedaliere all’ospedale Renzetti di Lanciano. Proprio lì si trovava venerdì pomeriggio, quando è stato colto dal malore fatale. Era intento a riparare alcuni strumenti diagnostici, all’interno della sala operatoria. Il trasferimento all’ospedale di Chieti non è bastato per salvargli la vita.

Francesco lascia i genitori Nicola e Marcella e la sorella Martina (cardiologa all’ospedale civile di Pescara), con cui viveva in contrada Melone, a Guardiagrele. Il grande amico ed ex compagno di squadra Angelo Rullo lo ricorda con la voce rotta dalla commozione: «Ci conosciamo da sempre, anche se tra noi c’è qualche anno di differenza. La nostra amicizia è nata giocando assieme nel Real Guardiagrele, nel 2014. Da allora siamo stati sempre legatissimi. Io ho smesso dopo il Covid, lui ha proseguito a Lanciano, a Ripa Teatina e poi al Minerva. È stato il compagno di squadra ideale, l’amico che tutti vorrebbero avere. Era spesso a casa mia, alle cene e agli aperitivi. È stato mattatore al mio addio al celibato. L’ho sentito lunedì scorso, era passato da me in azienda per fare il cambio gomme, ma non ci siamo nemmeno visti perché io ero fuori per altri impegni. Sono distrutto». «Resterai per sempre il mio Panzer», scrive l’allenatore Vittorio Sirolli, che lo aveva avuto a Ripa. Un fatto triste, che ha sconvolto l’intera città.

«Era un ragazzo eccezionale, educato, intelligente e sempre sorridente», hanno ricordato alcuni amici, «e la sua scomparsa rappresenta per tutti noi, una incredibile ed enorme tragedia», ha detto il sindaco Donatello Di Prinzio, «Quando accade di piangere la scomparsa di un ragazzo il dolore è intriso di un senso di profonda inquietudine. È giusto restare in silenzio assoluto, doveroso nei confronti di chi sta vivendo un’immane tragedia e merita massimo rispetto. La mia vicinanza alla famiglia, che conosco e apprezzo da tempo».

Tanti i ricordi del giovane e i messaggi di cordoglio, espressi alla famiglia sui social, tra i quali anche quello del vice sindaco Flora Bianco, sua insegnante alle elementari. «Era un bambino vispo e, a volte, anche provocatore ma mai senza educazione, sempre con il suo furbetto sorriso, che ha conservato anche in età adulta. Sono certa che continuerà a sorriderci anche da lassù». La comunità guardiese e il mondo del calcio a cinque abruzzese attendono di poter dare l’ultimo saluto a Francesco: i funerali dovrebbero esserci martedì o mercoledì prossimi, dopo l'autopsia che dovrebbe essere effettuata invece domani nell’ospedale di Chieti.

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