Estorsione alla madre, condannata
Tre anni e otto mesi di carcere a una donna che picchiava e ricattava la genitrice
LANCIANO. Ha estorto del denaro alla madre e l’ha anche minacciata di morte se non le avesse permesso di prendere il patentino per la guida della mini cars. L’ha offesa e derisa. Con l’accusa di estorsione e tentata estorsione Mafalda Montebruno, 37 anni di Lanciano è stata condannata a tre anni e 8 mesi di reclusione, 600 euro di multa e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
Nel condannare la donna, il giudice Francesco Marino, non ha neanche concesso le attenuanti generiche. Per l’accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Delfina Conventi, che aveva chiesto una pena severa, la Montebruno, «con più azioni consecutive di un medesimo disegno criminoso, con violenza e minacce consistite nell’aggredire e minacciare sua madre dandole colpi, afferrandola per il collo, spingendola, le diceva di farsi consegnare a più riprese somme di denaro pari a 100 euro, così da procurarsi ingiusto profitto con danno alla persona offesa».
Da qui l’accusa di estorsione. Ma nel capo di imputazione era presente anche il reato di tentata estorsione. Infatti la donna avrebbe minacciato sua madre di morte, strappandole i capelli, se non avesse acconsentito a farle prendere il patentino per la guida della mini cars, questo fatto non verificatosi per il rifiuto della vittima.
Da qui l’accusa anche di tentata estorsione.
I fatti portati in aula, verificatisi dal luglio al settembre 2010, al di là del reato, nascondono storie di sofferenza di una madre che vede la propria figlia arrivare a minacciarla, ad esterocerle del denaro per procurasi magari dell'alcool o della droga in cui annegare delusioni e sofferenze.
Teresa Di Rocco
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