Eternit e liquami sulle sponde dell’Arielli
Dai residenti Sos inquinamento Arta: discariche segnalate da mesi
ORTONA. Mucchietti di eternit, bombolette spray sistemate in piccole casse e teli di plastica accantonati sul ciglio della strada, fusti che contengono liquame non meglio specificato sulle sponde del fiume Arielli a non più di 600 metri dalla foce. Non è difficile imbattersi in piccole ma pericolose discariche come queste facendo una passeggiata dalle parti di contrada Feudo. Alcuni residenti, muniti di fotografie scattate pochi giorni fa, raccontano che parte di quel materiale è fermo lì da diversi mesi, nonostante le segnalazioni agli enti di riferimento. Ora chiedono che qualcuno provveda a rimuoverlo.
La preoccupazione riguarda soprattutto i due fusti. «A due passi dalla foce e a dieci metri dalla sponda ci sono i contenitori da due quintali con un liquido di cui non sappiamo nulla», raccontano Emiliano Ciamarone e Roberto Castelnuovo, «dovrebbero essere rimossi anche perché sono vicini al fiume e sono lì da tempo. Lungo la strada che collega il Riccio al Feudo, invece, si osservano cumuli di immondizia composti da plastica, eternit e bombole spray». I residenti si sono rivolti ai vigili urbani e a Ortonambiente ma, per rimuovere il materiale, occorrerebbe l’autorizzazione dell’ufficio ambiente del Comune perché, come spiegano da Ortonambiente, si tratta di materiale speciale. «Ricordiamo quando l’acqua dell’Arielli si poteva bere, oggi non c’è più cura per l’ambiente», raccontano con nostalgia la gente del posto. Dalle analisi dell’Arta risulta che i parametri chimici, biologici e batteriologici dei campioni prelevati lungo il corso dell’Arielli sono nella norma mentre alla foce restano i problemi: la qualità dell’acqua oscilla tra sufficiente e scadente. Buona, invece, la balneazione a ridosso della foce (circa duecento metri a sud) che ha una portata ridotta.
«L’Arta ha segnalato la presenza delle discariche abusive al Comune già alla fine di aprile», dice Gaetano Basti, direttore dell’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, «abbiamo rilevato tracce di amianto nelle piccole discariche disseminate lungo la strada. Le analisi sono state condotte dal centro di eccellenza di Teramo che, grazie a un sistema brevettato, esegue indagini per valutare la presenza dell’amianto». L’Arta mette subito in chiaro quali sono i ruoli. «Nostro compito è monitorare e controllare», annota Basti, «adesso spetta all’amministrazione comunale disporre la bonifica dell’area. Il pericolo è dato dal fatto che spostare l’amianto senza precauzioni può creare dei problemi perché è una sostanza cancerogena composta da particelle leggere che si alzano se si tocca l’eternit». Martedì mattina i tecnici dell’Arta, dopo le sollecitazioni dei residenti, hanno svolto un nuovo sopralluogo. Resta da scoprire cosa contengono i due fusti.
La preoccupazione riguarda soprattutto i due fusti. «A due passi dalla foce e a dieci metri dalla sponda ci sono i contenitori da due quintali con un liquido di cui non sappiamo nulla», raccontano Emiliano Ciamarone e Roberto Castelnuovo, «dovrebbero essere rimossi anche perché sono vicini al fiume e sono lì da tempo. Lungo la strada che collega il Riccio al Feudo, invece, si osservano cumuli di immondizia composti da plastica, eternit e bombole spray». I residenti si sono rivolti ai vigili urbani e a Ortonambiente ma, per rimuovere il materiale, occorrerebbe l’autorizzazione dell’ufficio ambiente del Comune perché, come spiegano da Ortonambiente, si tratta di materiale speciale. «Ricordiamo quando l’acqua dell’Arielli si poteva bere, oggi non c’è più cura per l’ambiente», raccontano con nostalgia la gente del posto. Dalle analisi dell’Arta risulta che i parametri chimici, biologici e batteriologici dei campioni prelevati lungo il corso dell’Arielli sono nella norma mentre alla foce restano i problemi: la qualità dell’acqua oscilla tra sufficiente e scadente. Buona, invece, la balneazione a ridosso della foce (circa duecento metri a sud) che ha una portata ridotta.
«L’Arta ha segnalato la presenza delle discariche abusive al Comune già alla fine di aprile», dice Gaetano Basti, direttore dell’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, «abbiamo rilevato tracce di amianto nelle piccole discariche disseminate lungo la strada. Le analisi sono state condotte dal centro di eccellenza di Teramo che, grazie a un sistema brevettato, esegue indagini per valutare la presenza dell’amianto». L’Arta mette subito in chiaro quali sono i ruoli. «Nostro compito è monitorare e controllare», annota Basti, «adesso spetta all’amministrazione comunale disporre la bonifica dell’area. Il pericolo è dato dal fatto che spostare l’amianto senza precauzioni può creare dei problemi perché è una sostanza cancerogena composta da particelle leggere che si alzano se si tocca l’eternit». Martedì mattina i tecnici dell’Arta, dopo le sollecitazioni dei residenti, hanno svolto un nuovo sopralluogo. Resta da scoprire cosa contengono i due fusti.