Falsi incidenti, 132 indagati: nei guai avvocati e medici
Si allarga l’inchiesta sui finti schianti e investimenti per truffare le assicurazioni. Ecco tutti i dettagli
CHIETI. Ben 132 indagati e 139 capi d’imputazione. Eccoli i grandi numeri dell’inchiesta della procura di Chieti sulla banda che, per più di sette anni, ha organizzato falsi incidenti stradali frodando le assicurazioni e intascando ricchi risarcimenti. Una banda, capeggiata da avvocati e medici, che non si faceva scrupoli a ingaggiare indigenti pronti a trasformarsi in «attori» e a sopportare persino bastonate alle articolazioni per procurare fratture reali e mettere a segno i raggiri.
Un’indagine, quella coordinata dal pm Giancarlo Ciani, che è arrivata al capolinea in tempi brevi, se si considerano non solo la quantità di persone coinvolte ma anche il gigantesco volume d’affari illegali, che supera il milione e mezzo di euro, e la valanga di falsi sinistri. Il perimetro dell’inchiesta, condotta da polizia di stato e guardia di finanza, si è allargato dagli iniziali 76 indagati (di cui 5 arrestati lo scorso luglio) agli attuali 132. Il pm ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminare, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
La squadra mobile e il nucleo di polizia economico-finanziaria hanno svelato l’esistenza di un’associazione per delinquere – in azione tra Chieti, Ortona e Pescara – finalizzata alla commissione di frodi assicurative, sostituzione di persona, delitti di falso, furto aggravato, «conseguendo ingenti e ingiusti profitti, coinvolgendo di volta in volta singole persone compiacenti» per inscenare investimenti e schianti. La cupola era formata da 17 insospettabili, principalmente in giacca e cravatta o in camice bianco.
ARTICOLO COMPLETO IN EDICOLA CON I NOMI DEGLI INDAGATI