Famiglia distrutta a Chieti, due mesi per svelare il mistero

26 Giugno 2014

La procura concede sessanta giorni al medico legale D’Ovidio che ha eseguito l’autopsia su Ricci

CHIETI. Si dovranno aspettare altri due mesi per avere qualche notizia in più sulle cause della morte di Marco Ricci, 48 anni,deceduto domenica al policlinico di Colle dell’Ara dopo un calvario durato tre mesi. Iniziato tre giorni prima che la moglie Morena Capitanio, 44 anni, è morta, per un infarto, uccisa dal dolore per la malattia del marito. Due mesi ancora dovranno aspettare i genitori di Marco e Morena, e i loro figli Sessanta giorni è il tempo concesso al medico medico legale Cristian D’Ovidio che ha eseguito l’autopsia martedì pomeriggio e che dovrà relazionare sulla morte del proprietario di un negozio di telefonia allo Scalo. L’esperto, incaricato dalla procura della repubblica, ha prelevato anche del tessuto del corpo di Ricci che verrà analizzato per vedere semmai fosse rimasta qualche tossina imprigionata che possa indicare una traccia per capire che tipo di veleno ha ucciso Ricci.

Intanto il sostituto procuratore della repubblica Giuseppe Falasca, incaricato delle indagini, ha fatto acquisire tutte le cartelle cliniche, anche quelle del centro trapianti di fegato di Roma, dove Ricci subito dopo essere entrato in coma è stato sottoposto a trapianto epatico. Ma quelle cartelle prese dall’ospedale romano probabilmente non potranno svelare molto, considerato che la operazione è riuscita perfettamente. Tanto che i chirurghi romani, visto che le condizioni di Ricci si stavano stabilizzando, qualche settimana fa hanno disposto il suo trasferimento al policlinico di Colle dell’Ara.

Tutto quello che si può dire è che l’uomo è morto per insufficienza multiorgano. I suoi organi debilitati non hanno retto più e non hanno più funzionato.

Le indagini della magistrature sono contenute in un unico fascicolo sia per morte della moglie Morena Capitanio, inchiesta sospesa, sia per quella del marito. Il pm Falasca sperava proprio nel risveglio di Ricci, l’unico che avrebbe potuto dare una svolta alle indagini. Chiarire quello che fino ad oggi è un mistero.

Solo lui avrebbe potuto chiarire cosa fosse successo quella sera del 21 marzo nella casa di via Maestri del lavvoro quando Ricci si sentì male e fu portato di urgenza all’ospedale.

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