Famiglia distrutta a Chieti, niente omicidio: moglie e marito vittime di due mali diversi
La procura pronta ad archiviare l'inchiesta per omicidio colposo: Morena sarebbe stato uccisa dallo stress emotivo provato quando Marco lottava nel reparto di Rianimazione
CHIETI. E’ omicidio colposo l’ipotesi di reato scritta su un fascicolo rosa contro ignoti aperto dalla procura di Chieti. Ma l’inchiesta sulla famiglia distrutta sta per essere chiusa con un nulla di fatto. I risultati degli ultimi test, eseguiti a Pavia e consegnati due giorni fa alla Asl, spingono il pubblico ministero, Giuseppe Falasca, verso la richiesta d’archiviazione a gip.
I funghi, raccolti vicino casa, a Chieti Scalo e, presumibilmente, mangiati da Marco Ricci, di 48 anni, ricoverato all’Umberto I di Roma dove ha subito il trapianto del fegato, e dalla moglie Morena Capitanio, di 44 anni, morta il 25 marzo scorso, tre giorni dopo il malore accusato dal marito, non sono velenosi. Quindi l’ipotesi di omicidio colposo cade.
Ad uccidere Morena invece sarebbe stato il forte stress emotivo provato in quelle ore drammatiche quando Marco lottava contro la morte nel reparto di Rianimazione.
La donna, secondo gli esperti, potrebbe essere morta di crepacuore. Ma certamente non è rimasta vittima di una intossicazione alimentare. In altre parole: non ci sarebbe alcun collegamento tra la sua fine tragica e improvvisa e il male che ha fatto cadere in coma il marito, distruggendogli il fegato e creando danni gravi anche ai reni tanto da costringerlo alla dialisi.
Nella sua tragicità, è stata solo una coincidenza. I due eventi, che all’inizio di questa vicenda terribile sembravano strettamente collegati tra di loro, sono o comunque appaiono nettamente distinti.
Sembra incredibile ma è così. Ed è la stessa procura a prenderne atto alla vigilia di una richiesta d’archiviazione. Se nessuno, infatti, ha venduto o offerto in regalo funghi velenosi alla famiglia Ricci non ci sono motivi per tenere ancora in piedi l’inchiesta per omicidio colposo per quanto riguarda la morte di Morena Capitanio. Ma il caso del marito è diverso dal punto di vista giuridico: le sue sono lesioni colpose che procedono a querela di parte. Ma le condizioni ancora gravi di Marco Ricci impediscono di chiarire del tutto il mistero che ha colpito l’opinione pubblica teatina più di tanti altri eventi luttuosi degli ultimi tempi in città.
Asl, medico legale, esperti in sostanze tossiche e Nas, hanno ispezionato anche il negozio dove Ricci ripara telefonini senza però rinvenire sostanze sospette (tipo il mercurio che è presente in alcune batterie e che è dieci volte più velenoso dell’arsenico se i suoi fumi vengono inalati) che possano aver determinato effetti devastanti su fegato e reni del marito di Morena.
Un giorno Marco si sveglierà dal coma e forse ricorderà che cose è successo nelle ultime ore trascorse insieme alla sua amata compagna di vita.
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