Fiamme vicino alla Cotir in 48 ore il terzo incendio
Punta Penna nel mirino dei piromani, in fumo ampie zone di vegetazione Forti i sospetti di dolo, dall’inizio dell’estate i roghi sono stati dieci
VASTO. L'odore di bruciato si avverte subito, poi ci si accorge anche delle scie nere che hanno preso il posto della vegetazione. Per la terza volta in dieci giorni il fuoco è tornato a distruggere la natura in contrada Zimarino. Diversi ieri notte i focolai.
Uno ha attaccato la vegetazione secca a pochi metri dalla sede del Cotir, il Consorzio per le tecniche irrigue. Manca la certezza ma il sospetto che si tratti di gesti dolosi è alto.
Solo l'arrivo immediato dei vigili del fuoco ha evitato guai. I soccorritori hanno prima soffocato le lingue di fuoco e poi la miriade di focolai per scongiurare nuovi fenomeni di autocombustione.
Gli incendi a Zimarino insieme ai roghi di sterpaglie a Punta Penna sono diventati il tormentone e l'incubo dell'estate 2013.
Difficile pensare che in 48 ore si generi casualmente un incendio nello stesso punto. Sembra proprio che qualcuno si diverta a dare fuoco alle sterpaglie.
Lo fanno sopprattutto quando sulla città soffia lo scirocco o il maestrale. Da inizio estate i roghi, la maggior parte dolosi, sono più di dieci. Nel mirino è finita la periferia ma anche le contrade. La scorsa settimana per due volte sono scoppiati incendi vicino alla Ecofox di Punta Penna e al villaggio turistico Le Grotte del Saraceno.
Grazie all'intervento dei soccorritori non è accaduto nulla di grave. I rischi sono stati tuttavia tanti. In aiuto dei vigili del fuoco arrivano spesso anche gli uomini della Protezione civile Vasto e la Forestale. Quest'ultima è dovuta intervenire più volte anche nella vallata del Trigno. La dinamica è sempre la stessa. Fra la vegetazione incolta viene lanciata una miccia accesa. Un gioco o forse dispetti. Pochi secondi dopo si scatena l'inferno. Il fuoco distrugge tutto, anche la miccia e le eventuali tracce degli autori del gesto.
E' successo a Zimarino e Punta Penna ma anche in contrada Sant'Antonio Abate, Polercia, Sant' Onofrio.
In tutti i casi si sospetta il dolo.
Con l'arrivo di "Caronte" e il caldo del Sahara si è alzato anche il livello di guardia. Anche la Fee cercherà di vigilare per scoprire chi distrugge l'ambiente.
Paolo Leonzio , responsabile locale della Fee (la federazione che assegna le Bandiere blu alle località rivierasche) lo scorso anno grazie ai servizi di vigilanza riuscì a scoraggiare e contenere il fenomeno. Non è escluso che la vigilanza venga ripetuta. Il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte ha più volte stigmatizzato il comportamento dei piromani rimarcando l'enorme danno che provocano all’ambiente.(p.c.)
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