Foci dei fiumi come fogne: caccia agli inquinatori
Rullo (Vasto): controlli sugli scarichi in mare, presto puniti i responsabili Priori (Torino di Sangro): depuratore sottodimensionato, nuova opera nel 2014
VASTO. Il primo a lanciare l’Sos in difesa dei fiumi malati a inizio anno era stato Paolo Leonzio della Fee, l’associazione che ogni anno assegna le Bandiere blu alle spiagge abruzzesi. Poi è arrivata la denuncia fatta dal presidente provinciale di Confindustria, Paolo Primavera. «Non sono le industrie ad inquinare. I Comuni non possono più tergiversare, devono tutelare meglio i fiumi», sostiene da tempo l’industriale. L’analisi del Wwf conferma l’assoluta necessità di correre al più presto ai ripari. Il tratto vastese del mare Adriatico corre grandi rischi soprattutto alla foce del Lebba e del Sangro.
Il caso Lebba. «Vasto sta già correndo ai ripari», assicura l’assessore all’ambiente, Vincenzo Sputore. Il depuratore che filtra le acque che sfociano in mare in contrada Lebba è stato controllato accuratamente. «Il depuratore è sottodimensionato ma funziona. Le fonti di inquinamento sono altre», afferma il dirigente dell’Ufficio servizi del Comune, Ignazio Rullo. «Da qualche mese insieme al Circomare abbiamo sezionato l’alveo suddividendolo in zone e iniziato a eseguire controlli su tutti gli scarichi in mare all’altezza di contrada Lebba. L’indagine che ha risalito i flussi idrici fino alla città alta, in via Alborato, ha appurato la presenza di molti reflui abusivi. Presto i responsabili saranno puniti e invitati a porre rimedio», fa sapere Rullo.
Gli enterococchi del Sangro. Un altro punto del mare segnato dal Wwf con il bollino rosso è la foce del Sangro: qui gli enterococchi, secondo i risultati di alcuni prelievi eseguiti dall’Arta, sono superiori di ben 35 volte il limite consentito dalla legge. «Il depuratore è sottodimensionato», dice il sindaco di Torino di Sangro, Silvana Priori. «Il problema esiste purtroppo da anni. Grazie a un finanziamento dell’Ato sarà eseguita un’opera che farà confluire i flussi idrici nel bacino collettore di Fossacesia. I lavori saranno eseguiti dalla Sasi. Stando alle rassicurazioni ricevute, entro il 2014 l’opera sarà ultimata. Ho intenzione di fare pressing affinchè ciò avvenga realmente», afferma il primo cittadino di Torino di Sangro. «Spero che anche gli altri sindaci facciano altrettanto. Il Wwf ha ragione: i fiumi e il mare vanno guariti. Il problema», dice la Priori, «non è più procrastinabile».
Le Procure e il Trigno. Nel frattempo la questione inquinamento è al vaglio della magistratura dopo l’invio al prefetto di Chieti di un esposto da parte di Leonzio. «I fiumi vanno liberati anche dalle discariche abusive ammassate sui greti», dice Leonzio. «I fiumi vanno protetti dalle azioni incivili degli inquinatori. Le aree vicine ai corsi d’acqua devono essere bonificate. I fiumi del Vastese subiscono continui attacchi», denuncia la Fee. Da otto mesi nel Vastese c’è un fiume che è diventato un sorvegliato speciale della Procura dopo la grave forma di inquinamento scoperta a gennaio e a causa della quale è stato vietato l’uso dell’acqua prelevata nella traversa di Lentella. Sull’inquinamento del Trigno sono in corso due inchieste: una della Procura di Vasto e una della Procura di Isernia. Le indagini sono al capolinea e presto la magistratura potrebbe disporre provvedimenti giudiziari. Al momento, anche se la situazione sembra essere tornata alla normalità, la riviera di Vasto e San Salvo continuano a ricevere l’acqua del Trigno prelevata a San Giovanni Lipioni.
Paola Calvano
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