Francavilla, uccise la padrona di casa dopo una lite: condannato a 30 anni
La sera dell'11 gennaio 2017 Giovanni Iacone colpì con 16 colpi alla testa la psicologa Monia Di Domenico, poi cercò di occultarne il cadavere. Oggi a Chieti il processo con rito abbreviato dopo una perizia che ha accertato che l'uomo era in grado di intendere e di volere
CHIETI. Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Chieti Isabella Maria Allieri ha condannato oggi a 30 anni di reclusione Giovanni Iacone, il 49enne che l'11 gennaio del 2017 uccise a Francavilla al Mare (Chieti) la psicologa Monia Di Domenico, 45 anni, originaria di Corropoli (Teramo). Iacone è stato processato con il rito abbreviato subordinato ad una perizia psichiatrica chiesta dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Emanuela De Amicis, ed eseguita dallo psichiatra Maurizio Cupillari. Perizia secondo la quale l'uomo era in grado di intendere a volere al momento del fatto e ha capacità di giudizio. Iacone, che oggi come nelle precedenti udienze non era presente, è stato anche condannato a risarcire i danni alle parti civili, ovvero i genitori della vittima, assistiti dall'avvocato Giuliano Milia, ed è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. L'accusa, con il pubblico ministero Giuseppe Falasca, ha contestato a Iacone l'aggravante della crudeltà per via nei numerosi colpi, 16, con i quali la donna venne uccisa. Colpi inferti al volto e alla testa, sia con un sasso che con una grossa scheggia di vetro. Il fatto si verificò all'interno di un appartamento della famiglia della psicologa, abitazione data in affitto a Iacone. Quel giorno la donna era andata da lui per recuperare una somma arretrata, a titolo di affitto, di circa 700 euro. Ma una banale discussione finì nel sangue. Iacone tentò anche di nascondere il cadavere nel sottotetto dell'edificio, ma furono le tracce di sangue a indirizzare i carabinieri, che poi scoprirono il corpo della donna senza vita.