Ghidelli chiede una «proroga» al Papa
Pronte le dimissioni ma spera di restare almeno altri due anni.
LANCIANO. Secondo quanto previsto dal diritto canonico deve rassegnare le proprie dimissioni il 24 aprile, giorno del suo 75esimo compleanno, ma l’arcivescovo di Lanciano-Ortona, Carlo Ghidelli, di “andare in pensione” non ha proprio nessuna voglia. «La lettera è pronta», afferma Ghidelli che ha annunciato le sue dimissioni ai fedeli riuniti nella cattedrale della Madonna del Ponte durante la messa crismale «ma spero che il Papa mi permetta di continuare a guidare questa diocesi».
E, nella lettera che Benedetto XVI riceverà in questi giorni, il vescovo non nasconde la sua voglia di restare nella chiesa frentana. «Voglio rassegnare nelle Sue venerate mani le mie dimissioni dal ministero episcopale nella chiesa dell’arciodiocesi di Lanciano-Ortona», scrive Ghidelli nella missiva. «Oggi compio 75 anni di età e non le nascondo il dispiacere di lasciare questa Chiesa di Lanciano-Ortona», prosegue la lettera del vescovo al Papa, «in cui in soli otto anni ho potuto intrecciare tanti rapporti fraterni e familiari. Ma, sia fatta la volontà di Dio. Sono pronto a qualsiasi decisione», conclude il capo della Chiesa Frentana, rimettendosi senza riserve alla decisione che Benedetto XVI riterrà di assumere.
Naturalmente Ghidelli, professore di Sacre scritture alla Cattolica di Milano, sottosegretario della Cei, vescovo dal 2001 e presidente della Ceam dal 2004, non nasconde di sperare foprtemente di poter restare fino al 2011 nelle città che, come ricorda, l’hanno accolto «prima come fratello e poi come vescovo». Un sogno che Benedetto XVI può realizzare soprattutto in questo periodo in cui recessione, cassintegrazione, emergenza giovani e crisi della famiglia, richiedono una guida spirituale ben presente e integrata nel territorio. E sono proprio la crisi del lavoro, che colpisce in particolare la zona frentana con le industrie in Val di Sangro, la crisi della famiglia e la realizzazione del centro oli ad Ortona i problemi che Ghidelli ha più a cuore e che cerca di risolvere.
Per aiutarle le famiglie in difficoiltà la Curia ha da poco attivato il consultorio familiare diocesano in cui una equipe di specialisti offre un servizio di consulenza e sostegno gratutito che va dal campo medico, come può essere una visita ginecologica, a quello sociale, giuridico, psicologico ed economico. Per il sostegno economico delle famiglie bisognose per il pagamento dei mutui, della rate, delle bollette, c’è invece il fondo di garanzia ideato assieme ai vescovi della Ceam (conferenza episcopale abruzzese e molisana). Ma i due anni di proroga servono al vescovo anche per realizzare l’altro sogno: porre il primo mattone della chiesa di San Carlo Borromeo in località Gaeta.
Con il via libera al nuovo Prg la Curia ha ottenuto dal Comune il terreno sul quale costruire la chiesa che raccoglierà i fedeli oggi divisi tra le parrocchie di Sant’Antonio, la Cattedrale, San Pietro e Marcianese. Ma, per realizzare il progetto e trovare i finanziamenti servirà un po’ di tempo, forse più dei due anni che il Papa concederà, forse, al vescovo.
E, nella lettera che Benedetto XVI riceverà in questi giorni, il vescovo non nasconde la sua voglia di restare nella chiesa frentana. «Voglio rassegnare nelle Sue venerate mani le mie dimissioni dal ministero episcopale nella chiesa dell’arciodiocesi di Lanciano-Ortona», scrive Ghidelli nella missiva. «Oggi compio 75 anni di età e non le nascondo il dispiacere di lasciare questa Chiesa di Lanciano-Ortona», prosegue la lettera del vescovo al Papa, «in cui in soli otto anni ho potuto intrecciare tanti rapporti fraterni e familiari. Ma, sia fatta la volontà di Dio. Sono pronto a qualsiasi decisione», conclude il capo della Chiesa Frentana, rimettendosi senza riserve alla decisione che Benedetto XVI riterrà di assumere.
Naturalmente Ghidelli, professore di Sacre scritture alla Cattolica di Milano, sottosegretario della Cei, vescovo dal 2001 e presidente della Ceam dal 2004, non nasconde di sperare foprtemente di poter restare fino al 2011 nelle città che, come ricorda, l’hanno accolto «prima come fratello e poi come vescovo». Un sogno che Benedetto XVI può realizzare soprattutto in questo periodo in cui recessione, cassintegrazione, emergenza giovani e crisi della famiglia, richiedono una guida spirituale ben presente e integrata nel territorio. E sono proprio la crisi del lavoro, che colpisce in particolare la zona frentana con le industrie in Val di Sangro, la crisi della famiglia e la realizzazione del centro oli ad Ortona i problemi che Ghidelli ha più a cuore e che cerca di risolvere.
Per aiutarle le famiglie in difficoiltà la Curia ha da poco attivato il consultorio familiare diocesano in cui una equipe di specialisti offre un servizio di consulenza e sostegno gratutito che va dal campo medico, come può essere una visita ginecologica, a quello sociale, giuridico, psicologico ed economico. Per il sostegno economico delle famiglie bisognose per il pagamento dei mutui, della rate, delle bollette, c’è invece il fondo di garanzia ideato assieme ai vescovi della Ceam (conferenza episcopale abruzzese e molisana). Ma i due anni di proroga servono al vescovo anche per realizzare l’altro sogno: porre il primo mattone della chiesa di San Carlo Borromeo in località Gaeta.
Con il via libera al nuovo Prg la Curia ha ottenuto dal Comune il terreno sul quale costruire la chiesa che raccoglierà i fedeli oggi divisi tra le parrocchie di Sant’Antonio, la Cattedrale, San Pietro e Marcianese. Ma, per realizzare il progetto e trovare i finanziamenti servirà un po’ di tempo, forse più dei due anni che il Papa concederà, forse, al vescovo.