Guardie armate in Comune «senza delibera di giunta»

Proteste per il servizio di sorveglianza affidato dopo l’aggressione al sindaco Del Prete: spesa inutile in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini

VASTO. Manca l’indirizzo politico e la scelta dell’istituto di vigilanza è avvenuta senza una preventiva indagine di mercato. Fa discutere l’affidamento diretto alla società Aquila di Ortona, incaricata con una determina dirigenziale di garantire la sorveglianza in Comune tramite guardie giurate armate, a fronte di un corrispettivo economico di 8.375 euro, pari a circa 2.800 euro al mese. Dopo le perplessità manifestate dalla polizia municipale attraverso il Diccap (il sindacato autonomo di categoria), che ha espresso disappunto per il mancato coinvolgimento del comando di corso Italia, sono le minoranze consiliari a contestare la determina dirigenziale firmata il 30 settembre scorso da Enzo Marcello, cioè a distanza di tredici giorni dalla tentata aggressione ai danni del sindaco Luciano Lapenna.

«Quella determina va annullata perché manca l’indirizzo politico», attacca Nicola Del Prete, consigliere comunale indipendente, «non c’è alcuna delibera di giunta che delega il dirigente a istituire il servizio di vigilanza privato e se ci fosse anche quell’atto sarebbe da annullare. Se c’è la necessità di garantire maggiore sicurezza a dipendenti e amministratori è giusto e legittimo affrontare il problema, ma non si capisce per quale motivo si è deciso di rivolgersi a un determinato istituto di vigilanza, senza contattarne altri. Sarebbe stato meglio affidarsi alla polizia municipale e ripiegare sul privato solo nel caso in cui i vigili urbani non fossero stati disponibili a garantire il servizio. È una spesa inutile», incalza Del Prete, «fatta in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini e risparmi a noi consiglieri comunali. L’altro giorno, per evitare i gettoni di presenza, si sono riunite in contemporanea due commissioni consiliari».

Non si registrano commenti dalla maggioranza. Ieri dopo aver letto la notizia sul Centro qualche esponente del Partito democratico ha mostrato disappunto per il ricorso ai vigilantes, ma si è ben guardato dal rilasciare dichiarazioni che avrebbero potuto innescare polemiche nella compagine amministrativa. Intanto il Diccap torna alla carica. «Credo che il dirigente abbia avuto un imput politico», chiosa Antonio Di Lena, segretario territoriale del sindacato di categoria, «in ogni caso tutta questa vicenda è l’ennesimo schiaffo alla polizia municipale, offesa ancora una volta nella sua dignità professionale».

Dopo le polemiche sul servizio notturno - garantito in estate solo grazie all’intervento del prefetto, Fulvio Rocco De Marinis che ha mediato tra le parti - si aprono altre crepe nei già difficili rapporti tra amministrazione comunale e vigili.

Anna Bontempo

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