Guardie mediche no dei sindaci al taglio di 8 postazioni su 12

Pupillo: il servizio di pronto soccorso va verso il collasso Teti (Torricella): i residenti fuggono dalle aree interne

LANCIANO. No al taglio delle guardie mediche soprattutto senza aver prima potenziato la rete dell’emergenza urgenza. È questo il commento di alcun sindaci alla notizia della riforma della continuità assistenziale, che porterà alla soppressione, entro il 31dicembre, di almeno 8 postazioni su 12 di guardia medica nell’entroterra frentano e vastese.

Il taglio sarebbe il frutto dell’adeguamento del servizio a una direttiva che prevede una guardia medica ogni 3 mila 500 abitanti (secondo il decreto del commissario alla sanitò Gianni Chiodi addirittura una ogni 5 mila) e non una ogni 1.500 come accade in alcuni paesi del Chietino. Un’altra tegola che cade dal tetto della sanità che, soprattutto nella parte che copre i paesi montani, è quasi del tutto scoperchiato. Una riforma ancora da definire nella Asl Lanciano-Vasto-Chieti e di non facile applicazione vista la particolare conformazione del territorio che conta molti paesi montani. Una riforma che, soprattutto se applicata seguendo i parametri indicati dal decreto del commissario, avrebbe ricadute disastrose sull’assistenza ai pazienti e sui pronto soccorso che verrebbero intasati il fine settimana, quando appunto è attivo il servizio di guardia medica che funge da filtro.

«Il taglio delle guardie mediche conferma l’incapacità di gestire la sanità da parte del centrodestra regionale», attacca il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, «che così riduce al lumicino i servizi sanitari invece di potenziarli. Senza guardie mediche, infatti, i pazienti andranno a intasare i pronto soccorso di Lanciano e Vasto che sono già in difficoltà. Inoltre, non si riuscirà ad assicurare un’assistenza adeguata: come farà una sola guardia medica a gestire le richieste d’intervento provenienti da sette -otto paesi distanti chilometri? Senza potenziamento del pronto soccorso, della rete dell’emergenza-urgenza che attende di essere estesa dal 2008, e senza medici in servizio 24 ore non si possono togliere le guardie mediche. Saremo costretti ad impugnare anche questo decreto dopo quello che prevede il taglio di altri 55 posti letto negli ospedali di Lanciano e Vasto».

«Bisogna decidere cosa si vuol fare delle aree interne», commenta Tiziano Teti, sindaco di Torricella Peligna dove è a rischio la postazione della guardia medica che serve anche i comuni di Gessopalena, Montenerodomo, Roccascalegna e Colledimacine, «perché senza servizi e presidi di assistenza non rimarrà più nessuno. Il taglio delle guardie mediche, senza il potenziamento dei distretti e del 118 mette in ginocchio i paesi dell’interno. Un’ambulanza qui arriva dopo 40 minuti e ne impiega altrettanti per raggiungere l’ospedale, così non si salvano le vite. Avevano detto che avrebbero creato nuove postazioni 118 e potenziato i distretti:ora tolgono anche le guardie mediche».

Stando solo al fattore numerico oltre alla postazione di Torricella sarebbero a rischio anche quelle di Lama dei Peligni, Palena, Villa Santa Maria, Quadri, Pizzoferrato, Gissi e Carunchio.

Teresa Di Rocco

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