ATESSA
"Honeywell, istituzioni impotenti: 420 lavoratori verso i licenziamenti"
La manifestazione di protesta a Roma nella sede del Mise. Nessun segnale di inversione di rotta da parte della multinazionale che nega la Cigs
ATESSA. Manifestazione di protesta oggi a Roma, dinanzi alla sede del Mise, dei sindacati confederali e la rsa della Honeywell di Atessa (Chieti) dopo che lo stesso ministero del Lavoro aveva bocciato, lo scorso 23 maggio, la cassa integrazione richiesta per i circa 400 lavoratori. «Istituzioni impotenti e contraddittorie» ha commentato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, responsabile dei settori auto ed elettrodomestici. «La vertenza Honeywell» ha aggiunto Ficco «è tristemente esemplificativa della impotenza e della contraddittorietà delle istituzioni italiane, che prima non sono riuscite in alcun modo a scalfire la decisione della multinazionale di chiudere il sito abruzzese e ora stanno perfino negando la cassa integrazione, vanificando così la speranza di evitare i licenziamenti attraverso quella reindustrializzazione che era stata caldeggiata a parole dallo stesso governo. Abbiamo manifestato in un tentativo estremo di evitare che 400 colleghi perdano il lavoro. Cosa che purtroppo accadrà, nel giro di pochi giorni, se non verrà concessa la cassa integrazione e non sarà avviato un percorso reale di ricerca di nuovi investitori». Dopo la protesta, una delegazione sindacale è stata ricevuta dai responsabili del ministero. Il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano, conferma un incontro fissato per il 4 giugno, presente anche la Honeywell, per verificare i motivi per cui è stata messa in discussione la concessione della Cigs. «Per noi necessaria» dice Uliano «per evitare i 420 licenziamenti e accompagnare il processo di reindustrializzazione previsto nell'accordo. Il Mise è impegnato a chiedere all'azienda un ulteriore proroga di un mese dell'attività. Il processo di reindustrializzazione e ricollocazione lavorativa deve essere confermato e accelerato per dare una prospettiva positiva occupazionale ai lavoratori colpiti da questa difficile vertenza. Le responsabilità» aggiunge Uliano «dei diversi ministeri e dell'azienda non devono cadere sui lavoratori e le loro famiglie». Nei giorni scorsi, alla notizia della mancata concessione della cassa integrazione, il segretario provinciale Fiom di Chieti, Davide Labbrozzi, aveva commentato la decisione come «un fatto gravissimo, che espone tutti i lavoratori al rischio di licenziamento immediato. A partire già dal primo giugno».