LANCIANO / NON C'E' PACE PER I CONIUGI MASSACRATI
I ladri irrompono nella villa dei Martelli
Torna la paura due anni dopo la cruenta rapina, la rabbia del medico: siamo perseguitati, qui non c’è niente da rubare
LANCIANO . Ladri nella villa dei coniugi Martelli. Non c’è pace per la coppia Carlo Martelli e Niva Bazzan, vittime il 23 settembre del 2018 della violenta rapina commessa da una banda romena senza scrupoli. I banditi li colsero nel sonno, alle 4 del mattino, li tennero legati e li picchiarono barbaramente per due ore: alla donna i malviventi mutilarono parte del padiglione auricolare e al medico Martelli ruppero anche una vertebra. Una violenza inaudita per mettere le mani su una cassaforte che in realtà non c’era e che non c’è neanche adesso. I sei autori della cruenta rapina sono stati condannati in primo e secondo grado – la sentenza della Corte di Appello è stata emessa nel settembre scorso e ha inflitto 57 anni di carcere complessivi alla banda – ma non ha portato la serenità sperata, cercata e che sarebbe meritata. Soprattutto perché da allora ci sono stati altri due furti: il primo è rimasto solo un tentativo che risale a quest’estate mentre la famiglia era in casa. Il secondo ieri sera: i ladri sono riusciti ad entrare in casa da una finestra, hanno messo a soqquadro le stanze da letto a caccia di soldi e oggetti preziosi, ma poi sono stati disturbati dal ritorno a casa del medico e della moglie e sono fuggiti.
«Non ne possiamo più», sbotta affranto Martelli, «sembra una persecuzione. Sono stufo. È una ossessione. È tutto esagerato. Quindici anni fa il primo furto e avevamo anche l’allarme in casa, che non servì a nulla. Due anni fa la rapina. Ad agosto hanno cercato di entrare ed eravamo in casa. Ora ci sono riusciti. Sono uscito con mio figlio per una passeggiata, sono rientrato e la casa era tutta in disordine».
La famiglia ieri attorno alle 18 è uscita nelle vie del quartiere Santa Rita per fare una breve passeggiata. «Un giro di tre quarti d’ora», dice il medico, «mentre rientravamo ho notato dei movimenti, forse c’era un palo in strada. Appena ci siamo avvicinati alla porta abbiamo trovato il vetro della porta finestra, che è blindato, sfondato quel tanto che è bastato per poi aprire la serratura. Lì mi è preso un senso di angoscia». Un senso di angoscia, smarrimento che colpisce chiunque veda la propria casa e intimità violata da degli estranei, ma che colpisce in modo particolare questa famiglia che davvero sembra essere perseguitata.
I ladri sono saliti direttamente nelle stanze da letto: cassetti tirati fuori, quadri spostati, tutto a soqquadro. Cercavano anche loro una cassaforte che non c’è? «Non c’era allora, non c’è mai stata e non ci sarà una cassaforte», ribadisce Martelli, «non abbiamo nulla. Il problema che abbiamo è che viviamo con una tensione continua che questi episodi acuiscono. Ci sveglia il minimo rumore e anche se non hanno preso nulla, così pare, fa male essere stati ancora una volta violati». Accanto al medico c’è il fratello Alfredo, che abita lì vicino: «Mio fratello è veramente provato», dice, «davvero non se ne può più». Alla famiglia non è rimasto che chiamare, ancora una volta, la polizia. Poi è intervenuta la scientifica per i rilievi andati avanti fino a tardi.
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