Il centrodestra in bilico sul teatro Marrucino

Non passa in commissione una variazione di bilancio per 350 mila euro anche alcuni consiglieri di Pdl e Udc si riservano il voto in Consiglio comunale

CHIETI. La commissione Bilancio boccia la variazione finanziaria per 350mila euro predisposta dalla giunta comunale sul teatro Marrucino. Risorse necessari per le due opere di lirica programmate entro fine, fondamentali per mantenere il titolo di teatro di Tradizione.

Stasera, al Marrucino, andrà in scena L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti e Riccardo Di Gregorio, capogruppo di Rifondazione, attacca. «I lavoratori entrano ed escono dal teatro senza avere ancora un contratto. E ormai non ci sono più aggettivi per definire la gestione dell’istituzione teatrale teatina da parte del centrodestra».

La maggioranza si è spaccata durante i lavori della commissione Bilancio convocata mercoledì sera proprio per sciogliere il nodo della contestata variazione finanziaria approvata dalla giunta. Pdl e Udc si sono riservati il voto in aula sulla delibera per il teatro mentre l’opposizione ha votato contro. Voti favorevoli sono arrivati soltanto da Palmerino Di Renzo di Alleanza per Di Primio e dal consigliere del Gruppo misto Marco Di Paolo.

«Il centrodestra» sottolinea Luigi Febo, capogruppo di Chieti per Chieti, «si è palesemente sgretolato per l’ennesima volta. Il regolamento di funzionamento della Deputazione teatrale vieta la richiesta di anticipazioni salvo casi eccezionali».

In effetti, il Marrucino vive una situazione di eccezionalità in quanto deve ricevere complessivi 450 mila euro dal ministero e dalla Regione. Il Comune, ovviamente, ha pensato di anticipare le somme per salvare il teatro dal baratro. «Ma l’articolo 3 del regolamento dell’istituzione teatrale» osserva Febo, «prevede che le somme prese a titolo di anticipazione debbano essere restituite entro lo stesso anno solare. Peccato che il direttore amministrativo del Marrucino, Cesare Di Martino, abbia spiegato in commissione che difficilmente questa restituzione potrà avvenire nei tempi stabiliti dallo statuto del teatro».

Da qui le perplessità su una delibera che rischia di mettere in serio imbarazzo i consiglieri comunali. Non è un caso che anche Pdl e Udc si siano riservati il voto in aula. «Nutriamo dei dubbi sulla bontà di questa delibera» afferma Alessandro Giardinelli, capogruppo dell’Udc, «che potremo fugare solo dopo l’approvazione dell’assestamento di bilancio». Sulle dimissioni di Gaetano Bonetta dal cda del Marrucino, Giardinelli accusa: «È il chiaro sintomo delle forti ingerenze politiche sul teatro. Il cda» rimarca Giardinelli «dovrebbe sempre godere di piena autonomia». (j.o.)

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