Il crollo del settore tessile
In sette anni 2mila lavoratori hanno perso il posto.
VASTO. Nel 2001 erano 5.702. In sette anni più di duemila lavoratori hanno perso il posto. Il settore tessile vive un’agonia inarrestabile che rischia di arrivare a breve a un punto di non ritorno. L’ultima azienda che è stata piegata dalla recessione è la Minerva di Monteodorisio. Da venerdì le cinquanta lavoratrici sono tutte in cassa integrazione. I macchinari della fabbrica, che si trova in contrada Santa Lucia e che produce pantaloni jeans, si sono spenti.
«E’ la dimostrazione dello stato di sofferenza delle piccole imprese», dicono Cgil, Cisl e Uil.
Il settore tessile. La sospensione dell’attività alla Minerva è la prova dello stato di sofferenza del “Tac”, acronimo di tessile, abbigliamento e calzaturiero. Gli ordinativi in calo hanno costretto i responsabili della fabbrica a mandare a casa le dipendenti. Soltanto l’azione di mediazione dei sindacati ha evitato la procedura di cessazione immediata dell’attività, lasciando aperto un piccolo spiraglio grazie alla cassa integrazione.
La crisi attanaglia il settore tessile da un anno, la prima azienda a chiudere qualche mese fa è stata una camiceria di Palmoli: 30 lavoratrici a spasso. Stessa sorte è toccata alle dipendenti della B e B di Punta Penna e altre aziende a facon di Vasto e San Salvo.
Le 400 lavoratrici della Golden Lady di Gissi sono in cassa integrazione da lunedì scorso, così come i lavoratori del Gruppo Canali.
«In un anno si sono persi più di 300 posti di lavoro e all’orizzonte non c’è nulla di buono», tira le somme Franco Zerra rappresentante provinciale della Cisl.
Il sindacalista nei giorni scorsi ha incontrato, con il collega Giuseppe Rucci della Filtea-Cgil e Arnaldo Schioppa della Uil, il sindaco di Gissi, Nicola Marisi sollecitando l’apertura di un tavolo di discussione sulla crisi.
Servono nuove strategie industriali e di sviluppo. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è massiccio, ma la Cig rappresenta un’ancora di salvezza per le emergenze temporanee.
«Ho sollecitato un intervento della Regione e intendo incontrare al più presto la proprietà della Golden Lady e anche i responsabili del Gruppo Canali per assicurare un futuro lavorativo a 720 dipendenti», dice il sindaco Marisi senza nascondere la propria preoccupazione per lo stato di sofferenza della Valsinello.
Settore metalmeccanico. Va un po’ meglio alla Denso di Piana Sant’Angelo. Gli incentivi hanno assicurato almeno per qualche mese di lavoro ai 1.080 dipendenti del colosso industriale che produce motori alternatori e componentistica per auto. Il 29 e 30 ottobre comunque scattano due giorni di cassa integrazione. E domani azienda e sindacati riprendono le trattative sul rinnovo del contratto integrativo aziendale. I dirigenti esamineranno le proposte fatte dalle Rsu alla presenza dei rappresentanti di Confindustria.
«E’ la dimostrazione dello stato di sofferenza delle piccole imprese», dicono Cgil, Cisl e Uil.
Il settore tessile. La sospensione dell’attività alla Minerva è la prova dello stato di sofferenza del “Tac”, acronimo di tessile, abbigliamento e calzaturiero. Gli ordinativi in calo hanno costretto i responsabili della fabbrica a mandare a casa le dipendenti. Soltanto l’azione di mediazione dei sindacati ha evitato la procedura di cessazione immediata dell’attività, lasciando aperto un piccolo spiraglio grazie alla cassa integrazione.
La crisi attanaglia il settore tessile da un anno, la prima azienda a chiudere qualche mese fa è stata una camiceria di Palmoli: 30 lavoratrici a spasso. Stessa sorte è toccata alle dipendenti della B e B di Punta Penna e altre aziende a facon di Vasto e San Salvo.
Le 400 lavoratrici della Golden Lady di Gissi sono in cassa integrazione da lunedì scorso, così come i lavoratori del Gruppo Canali.
«In un anno si sono persi più di 300 posti di lavoro e all’orizzonte non c’è nulla di buono», tira le somme Franco Zerra rappresentante provinciale della Cisl.
Il sindacalista nei giorni scorsi ha incontrato, con il collega Giuseppe Rucci della Filtea-Cgil e Arnaldo Schioppa della Uil, il sindaco di Gissi, Nicola Marisi sollecitando l’apertura di un tavolo di discussione sulla crisi.
Servono nuove strategie industriali e di sviluppo. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è massiccio, ma la Cig rappresenta un’ancora di salvezza per le emergenze temporanee.
«Ho sollecitato un intervento della Regione e intendo incontrare al più presto la proprietà della Golden Lady e anche i responsabili del Gruppo Canali per assicurare un futuro lavorativo a 720 dipendenti», dice il sindaco Marisi senza nascondere la propria preoccupazione per lo stato di sofferenza della Valsinello.
Settore metalmeccanico. Va un po’ meglio alla Denso di Piana Sant’Angelo. Gli incentivi hanno assicurato almeno per qualche mese di lavoro ai 1.080 dipendenti del colosso industriale che produce motori alternatori e componentistica per auto. Il 29 e 30 ottobre comunque scattano due giorni di cassa integrazione. E domani azienda e sindacati riprendono le trattative sul rinnovo del contratto integrativo aziendale. I dirigenti esamineranno le proposte fatte dalle Rsu alla presenza dei rappresentanti di Confindustria.