Il governo dimezza gli ospedali di Lanciano e Vasto
Allarme del Comitato ristretto dei sindaci della Asl: «La Regione consideri la conformazione del territorio»
LANCIANO. La scure che si abbatterà sul numero delle guardie mediche, non sarà nulla in confronto di quella che colpirà gli ospedali di Lanciano e Vasto, già privati di posti letto e unità operative complesse. È quanto emerso nella riunione del comitato ristretto dei sindaci Asl con la direzione aziendale.
«Siamo molto preoccupati», afferma il sindaco di Vasto Luciano Lapenna, presidente del comitato formato da Sergio De Luca (Casoli), Antonio Colonna (Carpineto Sinello) e Fausto Stante (Fossacesia), «per quanto sta cadendo al sistema sanitario, a partire dalla situazione degli ospedali di Lanciano e Vasto, declassati, passando per il taglio delle guardie mediche nel nostro territorio, fino alla riorganizzazione della medicina di base. Per fortuna il problema della riorganizzazione del servizio della continuità assistenziale e del taglio delle guardie mediche è stato affrontato in maniera proficua e collaborativa con la Asl. Alla proposta del taglio di numerose postazioni, siamo riusciti a far rivedere il piano e far sì che ne restino abbastanza nell’Alto Sangro e nell’Alto Vastese. Le guardie mediche sono fondamentali nell’entroterra, fungono da filtro per gli ospedali, non potevano essere tagliate in modo ragionieristico».
In poche parole i sindaci hanno chiesto al direttore sanitario Asl, Amedeo Budassi, di non applicare in modo rigido il parametro che prevede una guardia medica ogni 3.600 abitanti ma di tenere conto anche della conformazione del territorio. Conti e territorio alla mano, quindi, chiuderanno le sedi di San Vito, Quadri, Palena, Carunchio, Cupello, Scerni e Celenza sul Trigno.
«Ma a farci sobbalzare», riprende Lapenna, «è stata la presentazione da parte di Budassi del regolamento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” inviato dal ministero. È un regolamento che, applicato in maniera pedissequa, dimezzerebbe il numero dei reparti degli ospedali di Lanciano e Vasto. La legge di riordino della rete ospedaliera deve essere ancora recepita dalla Regione, per questo ci mobiliteremo subito perché la Regione la attui tenendo conto della conformazione del territorio. Non ci possono essere reparti doppione a dieci chilometri di distanza, ossia tra Chieti e Pescara, e il vuoto fino al Molise».
A pesare sulla riorganizzazione dei presidi è il parametro della popolazione. In base ad essa gli ospedali di Lanciano e Vasto potrebbero ritrovarsi solo con i seguenti reparti: pronto soccorso, medicina, chirurgia, ortopedia, anestesia e i servizi di radiologia e laboratorio. Il taglio di 55 posti letto previsti oggi da Asl e Regione per il Renzetti e il San Pio sarebbe nulla a confronto della scure impugnata dal ministro Balduzzi che dimezzerebbe i due presidi.
Affrontato dal comitato anche il problema della riorganizzazione della medicina di base. Qui la novità positiva è rappresentata da un progetto, che coivolge anche l’ex ospedale di Casoli, realizzato da 26 medici di base del medio Sangro Aventino, che prevede l'assistenza medica territoriale di 24 ore al giorno nell'entroterra.
Teresa Di Rocco
©RIPRODUZIONE RISERVATA