Il seminarista di Villa e la guerra nel Congo: assediati dalle bombe
Villa Santa Maria, il religioso Iannamico è tornato a casa «Abbiamo dato protezione e conforto ai giovani africani»
VILLA SANTA MARIA. Francesco Iannamico è finalmente a casa, in famiglia, dopo il lungo viaggio dal Congo sconvolto dalla guerra civile. Stanchissimo per le notti insonni passate a Goma, occupata dai ribelli, Iannamico ha raccontato le prime fasi della ribellione anti-governativa, scoppiata domenica mattina proprio nella regione orientale del Nord Kivu.
«Eravamo in seminario e, all’improvviso, abbiamo sentito in lontananza scoppi di bombe», ha raccontato il giovane seminarista caracciolino, «dapprima non ce ne siamo preoccupati, ma poi la situazione è precipitata. Siamo rimasti chiusi dentro per tre giorni di seguito, pregando e dando conforto e protezione ai giovani congolesi. Ho passato due mesi laggiù», continua Iannamico, «ed è stata una esperienza forte, estremamente formativa. Là ti accorgi dell’essenzialità delle cose che qui da noi non servono». Francesco Iannamico non aggiunge altro, probabilmente per prudenza.
Notizie fresche e un po’ confuse, vengono da padre Paolo Di Nardo, originario di Roccamontepiano, che da trent’anni è impegnato a Goma, dove ha fondato il seminario insieme a padre Tommaso Barbone. La sorella Liliana ha scambiato poche parole col congiunto, che teme un riacutizzarsi della crisi poiché, pare, «stanno tornando». Forse si riferisce ai militari regolari che non fanno distinzione tra ribelli e popolazione civile, che in parte è sfollata verso il Ruanda.
Situazione caotica, che però non è nuova per i caracciolini, abituati dai tempi del loro fondatore, san Francesco Caracciolo, a trovarsi nelle zone critiche per diffondere il Vangelo e aiutare le popolazioni locali. Ne sa qualcosa padre Raffaele Maldolesi, preposito generale dell’Ordine dei chierici regolari minori, che da Roma segue con apprensione l’evolversi della situazione. Anche lui ha fatto esperienza del Congo («per vent’anni», ha detto recentemente) ed è passato attraverso altre guerre civili africane.
Gino Melchiorre
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