L’Archivio di Stato chiude e va a Ortona
Voci di trasferimenti per tagliare gli affitti. Il ricercatore De Crecchio: qui c’è tutta la storia della città
LANCIANO. L’Archivio di Stato di Lanciano si trasferisce altrove, ma non si sa dove. L’esosità dell’affitto nei locali a pianoterra in viale Cappuccini, insieme a qualche altro problema, sta convincendo la direzione archivistica provinciale e regionale a un trasferimento extra-comunale, a Ortona o Chieti, dopo 49 anni di presenza lancianese. A Ortona, infatti, è da tempo libero un locale di centinaia di metri quadrati un tempo occupato dalla Cassa di Risparmio (oggi in una nuova sede in via Della Libertà), di proprietà della Fondazione, e che potrebbe ospitare la sezione lancianese dell’Archivio di Stato di Chieti.
Non si sa se ci siano delle trattative in corso, ma il bisbiglio di questa notizia sta echeggiando fra gli studiosi di storia patria frentana (allarmati da uno “scippo” - come lo chiamano loro - in piena regola), e fra le autorità cittadine. Bocche cucite in viale Cappuccini, ma un ricercatore e archivista di storia locale (non solo lancianese), Giacomo De Crecchio, si muove con cognizione di causa, e «chiarisce ai distratti», l’importanza della struttura frentana. «Sui documenti archivistici in viale Cappuccini è rintracciabile la storia della nostra città», dice De Crecchio, «il suo crescere e trasformarsi, e quella della gente che l’ha popolata e la popola, attraverso anche immagini e mappe che sanno ricostruire il nostro territorio fino alle pendici della Maiella».
Vi sono depositati documenti notarili dal 1511, registri e carteggi di monasteri, confraternite, documentazioni processuali di epoca borbonica e postunitaria (il brigantaggio), archivi privati salvati dal macero ed oggi consultabili (famiglie De Riseis, Berenga e Sargiacomo). Un altro studioso e assiduo dell’Archivio, Nicola Fiorentino, parla di «iattura» e si augura che si possa trovare un locale adeguato a Lanciano, decoroso e funzionale, e possibilmente non lontano dal centro. Si fanno i nomi dei capannoni della Fiera, all’Iconicella (non proprio il massimo), ma anche della Sangritana, il cui archivio storico potrebbe abbinarsi o localizzarsi vicino all’Archivio di Stato, in modo da creare un unico polo culturale.
De Crecchio invita i cittadini a indossare la «casacca da identitari», e ricorda gli Scritti di Storia di Corrado Marciani che volle lasciare alla sua città «il dono della memoria».
Gino Melchiorre
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