La ciammaichella di Bucchianico incanta i turisti

21 Maggio 2018

In migliaia invadono il paese per il tradizionale corteo L’emozione del Banderese Palombaro e 1.200 figuranti

BUCCHIANICO . La strategia bellica della “ciammaichella” ha vinto ancora: la marcia a zig e zag nella piazza più grande di Bucchianico che trae spunto dalla tattica che Sant’Urbano suggerì in sogno al Sergentiere, capitano della milizia, per scongiurare l’imminente attacco della vicina Teate, che voleva espandersi geograficamente nel lontano Medioevo, ha fermato l’esercito nemico, illuso e stregato dalle movenze, suoni e colori del corteo. Come le migliaia di persone accorse da tutta Italia per assistere alla rievocazione storica folcloristica ultra secolare.
Molte le presenze registrate da fuori regione: diversi autobus sono arrivati dalla Campania e dal Lazio; una trentina di camper da Rieti e anche da Belluno; molti turisti da tutta la regione sono accorsi per assistere alla rievocazione che, dal 2011 al 2015, ha portato il patrocinio della commissione nazionale italiana per l’Unesco e quest’anno vanta il logo “Anno europeo del patrimonio culturale 2018”, un’iniziativa fortemente voluta dalla Pro Loco.
Circa 100mila i fiori di carta crespa realizzati uno a uno dalle donne bucchianichesi che hanno ornato i canestri, più di 300, portati in capo dalle “pacchianelle”, le donne in abito tradizionale, e i carri allegorici, 10 in tutto, 4 di spettanza del Banderese (pane, letto, vino e legna) e 6 realizzati dalle altrettanto contrade in lizza per il palio. Emozionatissimo il Banderese Carlo Palombaro di contrada Frontino insieme alla moglie Marisa e i figli Fabio, Manuela, Fabrizio e Daniele che dopo un anno di preparativi vivono il clou dei festeggiamenti in onore del Santo patrono di Bucchianico. Solenne il corteo storico e folcloristico composto da circa 1.200 figuranti fra armigeri, balestrieri, musici e sbandieratori di Bucchianico, cavalieri, soldati, la castellana Anna Trovarello e le damigelle Jessica Mancinelli, Rosita Bellino, Micaela Donatucci e Rossana Vincitorio, le pacchianelle e i banderesi, le donne e gli uomini in abito popolare. Seguitissimo il rito del ramaietto, il mazzolino di fiori che è stato consegnato dal Sergentiere Guglielmo Tatasciore al Banderese e segna l’arruolamento all’imminente battaglia. Suggestiva la “ciammaichella” che ha riempito piazza San Camillo con l’esplosione dei colori dei fiori di carta di ogni specie: rose, gigli, gerbere, margherite, papaveri, spighe di grano, tulipani, girasoli, campanelle, ortensie, gladioli, lavanda, ginestre, alberi di frutti in fiore, violette, ninfee, primule e tante altre specie ancora. La festa continuerà il 24 con l’apertura della Porta Santa della chiesa di Sant’Urbano e delle entrate con indulgenza plenaria del 1801 rinnovata da papa Benedetto XVI nel 2011 e con il gioco del “tizzo”; il 25 e 26 si chiuderanno i festeggiamenti. Si rincomincerà tutto da capo il 3 giugno con l’estrazione del Banderese 2019.