La lezione di Gratteri agli studenti: «Attenti ragazzi, la mafia è anche sul web»
Il procuratore della Repubblica di Napoli è stato ospite del difensore civico Umberto Di Primio per presentare il suo libro
CHIETI. «Ai ragazzi dico di andare a smanettare su Internet per andare a vedere, anziché un cantante trap, cosa provoca l’uso sistematico delle droghe leggere». Nel suo monito contro l'uso di droghe, si rivolge direttamente ai giovani presenti in sala il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, dopo aver spiegato i motivi della sua contrarietà alla legalizzazione. Sul traffico di droga, di cocaina soprattutto, si è intrattenuto ieri pomeriggio il procuratore, ospite dell’incontro organizzato dal difensore civico regionale Umberto Di Primio e dall’università d’Annunzio al Museo universitario. Gratteri e Antonio Nicaso, storico delle mafie della Quenn's University, hanno parlato della storia della criminalità organizzata, illustrando i contenuti del loro ultimo libro "Una Cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere".
Il boom del traffico di cocaina scoppia negli anni ’90. È la Ndrangheta a intercettare la grande domanda di cocaina e, forte dei soldi ottenuti grazie ai sequestri di persona che fruttavano tra il miliardo e il miliardo e mezzo di lire a caso, inizia a rifornire l’Italia. Cosa Nostra, all’epoca impegnata nello stragismo, resta fuori dal business, perché Riina, «criminale cretino» lo definisce Gratteri, «ha pensato che, scontrandosi con lo Stato, lo stesso Stato sarebbe venuto a patti». Così non è stato. Oggi la criminalità non fa più rumore con le stragi, «si è integrata con il potere, si è istituzionalizzata».
E internet offre grande potenzialità: «Attraverso il dark web si può commettere ogni reato possibile e immaginabile. Purtroppo in questo ambito, noi in Italia siamo un po’ indietro. Il potere politico non ha saputo investire nel settore, mentre le mafie sono già partite alla grande in questo nuovo mondo dell’illecito», ha concluso Gratteri.
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