consiglio comunale
La Paolucci abbandona l’Udc e va con la lista di Bozza
LANCIANO. Cambia ancora la composizione dei gruppi consiliari. Dopo il Pdl, a perdere un pezzo è l’Udc. Il consigliere Tonia Paolucci ha lasciato il gruppo per aderire a quello di “Con Bozza sindaco”...
LANCIANO. Cambia ancora la composizione dei gruppi consiliari. Dopo il Pdl, a perdere un pezzo è l’Udc. Il consigliere Tonia Paolucci ha lasciato il gruppo per aderire a quello di “Con Bozza sindaco”, la lista civica che ha debuttato nelle elezioni amministrative del 2011, perse dal centrodestra. È questa l’ulteriore conseguenza delle politiche di febbraio dalle quali l’Udc è uscito con le ossa rotte, pagando scelte dei vertici nazionali non condivise dalla base. Lo stesso è successo nel Pdl - in questo caso nei confronti dei vertici regionali - con l’abbandono di Graziella Di Campli e Marco Di Domenico.
«I partiti non hanno più valore e non danno risposte al territorio e ai cittadini», dice Tonia Paolucci, architetto e figlia dello scomparso ex vicesindaco Felice, la donna più votata nel 2011, «che in ogni occasione vengono offesi e mortificati. Ho sentito di dover uscire dal partito per non rimanere imbrigliata in vecchi meccanismi e logiche che gli elettori hanno bocciato».
L’ex consigliere Udc aderisce al gruppo “Con Bozza sindaco”, che diventa il primo dell’opposizione per numero di componenti e che si prepara a diventare movimento.
«Già all’indomani delle amministrative ho fatto la scelta di pormi a capo di una lista civica, uscendo dagli schemi di partito», spiega l’ex candidato sindaco del centrodestra, Ermando Bozza, «abbiamo preso atto della sconfitta e rimodulato l’offerta politica, portando avanti in questi due anni proposte e progetti. Siamo pronti a diventare un movimento che abbia come obiettivo le prossime amministrative. È un progetto aperto, ma non a tutti. Lo è a coloro che sottoscriveranno una dichiarazione d’intenti, pochi valori ma cruciali. Non c’è ancora un nome: pensiamo prima alle adesioni e poi al momento costitutivo».
«Non è stato facile per noi uscire da partiti in cui avevamo creduto», sottolinea il consigliere Eugenio D’Ovidio, «non facciamo politica nei palazzi ma tra la gente comune». (s.so.)
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